M5S, anche l’eletto tiene famiglia. Video: “I miei genitori perdono casa…”

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 9 Maggio 2013 - 14:08 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo a Montecitorio per la prima volta: parlerà della questione diaria coi parlamentari di M5S

Beppe Grillo (LaPresse)

ROMA – Anche i grillini tengono famiglia. E per chi non ci credesse hanno confezionato un video ad hoc per dimostrarlo in primis al loro Capo. A quel Beppe Grillo che oggi entra nelle sacre stanze della Casta, negli ostili corridoi e nei vituperati palazzi per chiarire una volta per tutte, forse, la questione più complicata: quella della diaria dei parlamentari a cinque stelle.

I soldi, si sa, sono un tema sempre delicato, talmente delicato per tutti  da costringere Grillo ad entrare niente meno che a Montecitorio. I soldi, l’unico tema che, sia detto per obbligo di cronaca, realmente sta mettendo in dubbio la compattezza dei suoi deputati e dei suoi cittadini eletti. Scelte politiche, governi e presidenze delle Camere: si è sempre trovata intesa interna senza grande fatica. Ma i soldi si sa son maledetti e sulle buste paga si sta per consumare la giornata più lunga del Movimento 5 Stelle.

La questione “stipendio dei parlamentari” è una delle più care, dei cavalli di battaglia maggiormente cavalcati da Grillo e dai suoi nell’ultima campagna elettorale e non solo. “Terremo 2500 euro e il resto lo restituiamo allo Stato” si era detto. Detto ma non del tutto fatto perché, come anche alcuni parlamentari stellati fanno notare, l’accordo firmato in tal senso parla di “stipendio”. Ma la busta paga di Montecitorio e palazzo Madama è composta da diverse voci dove “stipendio” è solo una di esse. E quindi la questione è ora cosa fare delle altre voci e in particolare della diaria: tenere solo la parte relativa a spese giustificate, almeno quando non si perde il portafogli con relative ricevute e restituire il resto, o tenerla tutta?

Si potrebbe dire che chi di demagogia e semplificazione ferisce di demagogia e semplificazione perisce. L’idea sbandierata sino a ieri di stipendi da 2500 euro per tutti era ed è infatti efficace in piazza e in rete. Ma la realtà è un’altra cosa. L’idea di una soglia in busta paga sotto la quale si è cittadini e sopra si è ladri è più uno slogan che altro. In primis perché di fronte al fisco non siamo tutti uguali e in secundis perché il fisco, su quello che in busta paga entra, vuole che le tasse siano pagate. Anche se parte di quelle entrate viene rispedita al mittente.

Passando dalla teoria alla pratica ecco quindi che i nodi vengono al pettine. E se il tema è poi quello dei denari la questione diventa più spinosa che mai e non c’è blog o democrazia diretta che tenga per risolvere la questione. Serve il Capo in prima persona. Serve Grillo ad ogni costo, anche al prezzo di una caffè alla buvette magari. Una vicenda già andata in onda in Sicilia dove il vicepresidente grillino dell’assemblea è stato di fatto espulso dal movimento proprio perché non ha voluto restituire parte delle sue entrate o, a sentir lui, a causa delle critiche mosse all’intoccabile Capo supremo.

Cosa accadrà oggi pomeriggio (9 maggio) è ovviamente tutto da vedere. Ma già si sa che la maggioranza, una stretta maggioranza di parlamentari grillini (una novantina su 161 totali), chinerà la testa e accetterà la linea proposta/imposta da Grillo: restituire quello che non si giustifica.

E gli altri? Quelli che l’eccedenza non vogliono dare indietro? All’insegna del “teniamo famiglia”, hanno “gli altri” confezionato un video “strappalacrime” – così lo definisce Andrea Malaguti su La Stampa – nella speranza di poter evitare uno scontro frontale e puntando invece sul cuore tenero del loro leader. “Un filmato – scrive Malaguti – in cui singoli cittadini-deputati fanno presente le proprie difficoltà esistenziali. Cose del tipo: ‘I miei genitori vivono in una casa popolare e io sono nel loro stato di famiglia. Se il fisco farà riferimento alla mia busta paga rischiano di perdere l’alloggio pubblico. L’eccedenza mi serve’. Altri parleranno dei figli, del divorzio, della solitudine. ‘Cose che questo Palazzo non conosce’, spiega un uomo dello staff-comunicazione a Montecitorio”.