Maschi, milioni di italiani non funzionano a letto. Anche giovani: uno su tre

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 30 Settembre 2013 - 16:01 OLTRE 6 MESI FA

large-1ROMA – Quando gli uomini non funzionano. Otto milioni circa i maschi italiani che hanno problemi legati a disfunzioni sessuali, 2/3 anni il tempo che impiegano prima di chiedere aiuto e 1 matrimonio su 5 che finisce a causa del sesso, anzi del non-sesso. E le cose non vanno meglio tra gli uomini di domani: 1 ragazzo su 3 ha problemi all’apparato genitale e, se anche del sesso figurato sanno tecnicamente tutto, grazie al web, del sesso vissuto hanno diffusa ignoranza: appena il 13% sa chi sia un andrologo.

I dati, sconfortanti e anche un po’ umilianti per i maschietti italiani, li snocciola il Corriere della Sera riprendendo, tra le altre cose, una ricerca condotta su circa 5 mila diciottenni che sarà discussa nei prossimi giorni durante il congresso della Società Italiana di Urologia. Ricerca che svela come i problemi dei maschi di oggi siano poi non dissimili da quelli di ieri.

Internet, la diffusione del sesso e del porno, l’accessibilità a questi contenuti non hanno infatti avuto il vantaggio di educare, di istruire i ragazzi al sesso. Gli adolescenti di oggi non hanno probabilmente nulla da imparare da uno sfoglio del kamasutra ma, come e peggio dei loro padri, poco o nulla sanno di malattie sessualmente trasmissibili, di gravidanze e del loro stesso corpo.

Tanto che, come lo studio certifica, quasi un ragazzo su 3 presenta problemi dell’apparato genitale e non lo sa. E anche quando ne è consapevole, non si rivolge a nessuno, né familiari né medici. Di questo 31,7% di ragazzi con problemi, la maggior parte è affetta da varicocele, 17,5%; poi c’è il testicolo mobile; il frenulo corto; lo scarso volume testicolare e via elencando. Tutte o quasi patologie facilmente diagnosticabili e altrettanto facilmente curabili. Ma come 30 e più anni fa, in casa non si parla e dal medico, per queste cose, non si va.

Colpa anche dei padri che l’esperienza e l’età non hanno aiutato. Non è infatti un caso che ben due matrimoni su dieci finiscano per mancanza o carenza di sesso, come è indicativo il fatto che il tempo medio che trascorre tra il momento in cui un adulto italiano scopre di avere una disfunzione sessuale, e quando si rivolge a un medico per un aiuto, sia di 2/3 anni.

Essendo questo l’esempio, non stupisce quindi che appena il 13% degli adolescenti sappia chi sia un andrologo. E non stupisce che oltre il 70% dei ragazzi consideri il preservativo uno strumento per evitare gravidanze indesiderate, certamente vero, ma non sappia che è fondamentale per evitare di contrarre malattie a trasmissione sessuale. Preservativo che, comunque lo si veda, è usato sempre appena dal 36% dei giovani.

Non aiuta poi in questo campo internet. La rete che ha reso il sesso, ed il porno in primis, accessibile a tutti, non solo non informa, ma anzi peggio, disinforma e genera pericoli. In molti, adulti e non, di fronte a problemi della sfera sessuale, per vergogna o, diciamo, per amor di privacy, prima di confrontarsi col partner, o di rivolgersi ad un medico, cercano la soluzione del loro caso su internet. Tuffandosi in questo modo in un mercato dove, nel migliore dei casi, i farmaci consigliati sono inutili e, in 3 casi su 4, potenzialmente dannosi. E non perché in rete girino solo “pozioni” di dubbia fattura ma anche perché, persino dei farmaci indicati per le patologie sessuali, possono divenire pericolosi se assunti in modo o con dosaggi sbagliati.

L’eliminazione del servizio militare obbligatorio ha poi contribuito se possibile a peggiorare la situazione. La visita di leva era infatti uno strumento di screening, per quanto grezzo e/o sommario, per i ragazzi italiani. Oggi, sparita questa, da quando si saluta il pediatra intorno ai 14 anni gli stessi ragazzi non si sottopongono più a nessun controllo quando, proprio al termine dell’adolescenza, intorno ai 18 anni, sarebbe opportuno eseguire dei controlli agli organi genitali.

Tra gli 8 milioni di uomini con disfunzioni sessuali poi, il problema più diffuso è quello dell’eiaculazione precoce (4 milioni), seguito dalla disfunzione erettile (3 milioni) e dai disturbi del desiderio (1 milione). Dato testimoniato anche da un altro studio che racconta come, mediamente, gli italiani facciano sesso una volta ogni tre giorni, ma uno su quattro di questi rapporti duri meno di due minuti.