Salvini il barbaro: “Mattarella, chiedo del barbiere? Pulizia etnica di padani”

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 18 Febbraio 2015 - 13:23 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Salvini

Matteo Salvini

ROMA – “Da Mattarella che ci vado a fare, a chiedergli il numero del barbiere?”. E anzi, a proposito dello sproposito, guardate che “l’Ue sta facendo pulizia etnica in Padania in favore dei neri”. Il virgolettato riportato dalle agenzie è forse non del tutto veritiero, “in favore” non è infatti una locuzione nelle corde di Matteo Salvini, quel leader leghista che gioca a fare il barbaro, il barbaro della politica. Tutto il resto è però assolutamente vero e reale, come è vero che la strategia del segretario del Carroccio sembra avere i suoi effetti, con i sondaggi che danno in crescita il gradimento nei confronti del Salvini-barbaro.

Salvini il “barbaro” che fa strage e saccheggio delle etichette comportamentali e, già che si trova, anche della buona educazione. Il “barbaro” che supera i confini dell’impero nemico fatto di cartapesta, il barbaro che chiama le sue tribù alla lotta e all’invasione, il barbaro che travolge le convenzioni…e anche il buon senso, la matematica, la logica elementare.

“Che ci vado a Fare da Mattarella? Cosa devo chiedergli? Il numero di telefono del suo parrucchiere?”, sono queste le parole esatte affidate da Salvini a Radio Padania. Parole su cui ‘il barbaro’ segretario ha evidentemente riflettuto e ragionato. Tanto è vero che allo stupore espresso dal Colle per la colorita uscita, il leader del Carroccio ha risposto con raddoppiato stupore. “Mi stupisco dello stupore del Quirinale. A parlare dei lavori in Parlamento, ci andranno i capigruppo in Parlamento. Quando servirà, ci andrò io. Spero che il Quirinale sia preoccupato per la situazione in Libia, non per l’agenda di Salvini”, la replica affidata, come di consueto, alla radio padana.

Appena qualche ora prima Salvini aveva però, ancora dai soliti microfoni, fatto di meglio e di più accusando l’Unione Europea di star attuando una vera e propria pulizia etnica. E indovinate un po’ dove? In Padania. Ovviamente a danno dei padani, che ancora non è chiaro chi siano esattamente, e in favore di non meglio identificati neri. “E’ in corso un’operazione di sostituzione etnica coordinata dall’Europa”, tuonava Salvini spiegando che “i padani sono discriminati, vittime di pulizia etnica, di sostituzione di popoli”.

Un Salvini sul punto forse un po’ sottotono, come sottolinea Massimo Gramellini su La Stampa, “rispetto alle performance razzistiche abituali, tanto che si è limitato a denunciare un piano di pulizia etnica dei padani a vantaggio dei neri, ordito dall’Unione Europea. Senza alcuna logica, verrebbe da dire, dal momento che in percentuale l’Unione Europea è molto più bionda di lui”.

Purtroppo non osservata quanto meritava la proposta di Salvini di non farli sbarcare dai barconi ma di tenerceli sopra i barconi,tenerli in mare e andare e soccorrerli sì con cibo, acqua e coperte ma senza farli mettere piede a terra. Ognuno vede come la proposta sia assolutamente fattibile, alle sole condizioni di un flottiglia per il rifornimento giornaliero, e di come sia economica e risolutiva. Tenerli gli migranti, i rifugiati, insomma “quelli” in mare è comunque l’evoluzione umanitaria della precedente linea che prevedeva, come da video gioco di Bossi junior, la caccia al barcone.

Ma la logica non è sempre quella che dovrebbe essere figlia della ragione. E nelle uscite di Salvini una logica c’è, una logica che ha a che fare con il calcolo politico. Il segretario leghista ha scientemente deciso di vestire i panni del barbaro, dell’ultras, puntando sui più viscerali e “ventreschi” umori  degli italiani. Scegliendo quindi, e sembra decisamente essere questa la linea imposta dal segretario alla Lega, di andare a cercare consenso ‘nella pancia’ del Paese e degli elettori. E fin qui si sa, si vede. Si affaccia però un’altra domanda: Salvini “barbaro” ci fa o ci è? Gli viene naturale o è una virtù coltivata? Certo a Salvini viene benissimo il barbaro, il suo è insieme un potente talento e un istinto.

Un mix che i sondaggi, scienza tutt’altro che esatta, danno come vincente. I dati sul gradimento del segretario ultras sembrano infatti dargli ragione. Non a caso nell’ultimo sondaggio Ixe prodotto per la Rai, Salvini registra un indice del 25%, preceduto solo dal premier Matteo Renzi (40%) e dal Presidente Sergio Mattarella (66%), anche se l’inquilino del Colle difficilmente può esser considerato sullo stesso piano di un segretario di partito. Dietro, molto dietro, Beppe Grillo (15%) e soprattutto gli altri leader dell’elettorato di destra: Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, entrambi fermi all’11%, meno della metà del leader-barbaro. Numeri e stime che premiano non solo il leader ma la Lega tutta che, sempre secondo i sondaggi, se si votasse oggi raccoglierebbe tra il 12 ed il 14% dei consensi.