Se lo dice l’avvocato della Minetti… “Da Berlusconi chi ha avuto la Land e chi il seggio”

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 14 Luglio 2011 - 16:09 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Se lo dice l’avvocato…Silvio Berlusconi, oltre ad essere corruttore di giudici come dice la sentenza Cir, è anche solito distribuire incarichi pubblici sulla base di relazioni “affettive” con compagne più o meno stabili. Questa è la verità che racconta un personaggio sino ad oggi sconosciuto ma che merita, probabilmente, ben altra ribalta: l’avvocato Piermaria Corso, difensore di Nicole Minetti nel processo Ruby. Il legale smonta candidamente le tesi dell’accusa che, usando le parole del pm Pietro Forno aveva definito la Minetti «l’amministratore del bordello» e, nel farlo, afferma che il presidente del consiglio usava ricambiare l’amor ricevuto dalle ragazze che frequentavano la sua residenza di Arcore anche con incarichi politici.

Limitandosi alla vicenda della Minetti, la verità raccontata dal suo legale cerca di liberare la sua assistita dalle scomodi vesti della tenutaria, della maitresse, per portarla a vestire i panni ben più comodi di una delle tante che frequentavano Berlusconi ricevendo qualcosa in cambio. Lo sfruttamento della prostituzione è infatti reato, a differenza della prostituzione che non lo è. Nicole Minetti è quindi «solo una delle tante» donne dell’orbita del Cavaliere, «con il quale ha avuto una storia personale affettuosa tra alti e bassi, momenti in cui è stata in auge e altri in cui non lo è stata, un rapporto di do ut des che le ha dato vantaggi» ma «di certo non era la tenutaria di un bordello», afferma l’avvocato Corso. E continua: «c’è chi ha avuto la Land Rover, chi la Smart, chi un appartamento in centro e chi è stato eletto al Consiglio regionale. Essere eletti con quel sistema non è reato».

Non sarà forse reato, ma riuscite a immaginare Clinton che regala un seggio in cambio di una fellatio? Fu fellatio nella sala ovale della Casa Bianca, ma per la Monica Lewinsky piermartia corso non seguì seggio. O un qualsiasi politico anglosassone che distribuisce incarichi pubblici alle fidanzate ” ora in auge e ora no”? Ovviamente no. Nei paesi che rispettano se stessi questo non può succedere, a prescindere che sia reato o meno. Dovrebbe esistere una morale, un’etica pubblica, o per lo meno della decenza e della convenienza, e in molti paesi esiste ma per l’Italia è sempre bene usare il condizionale, che sanziona ben più duramente della legge stessa un simile comportamento. Si potrebbe obiettare che la stessa morale in altri luoghi avrebbe stroncato il Cavaliere corruttore di giudici.  Ma in Italia si sorvola.

Se Corso e la Minetti abbiano scelto questa linea difensiva ingenuamente, senza pensare alle implicazioni che ha per Berlusconi, o se lo abbiano fatto scientemente non è dato saperlo. Ma dall’inizio della affaire Ruby il gioco dello scaricabarile sembra essere il comun denominatore che lega tutti i protagonisti. Fede scarica su Mora, Mora nega, Berlusconi chiama in causa l’interesse nazionale con la storia della nipote di Mubarak. Nessuno, di fronte ai giudici, è pronto ad assumersi la propria responsabilità. Comprensibile umanamente ma impossibile praticamente. Colpe qualcuno ne avrà e, dalle parole di Piermaria Corso appare chiaro chi è. A meno che in Italia non sia considerata una colpa ma una virtù regalare alla fidanzata del momento un seggio per cinque anni e forse più.