Papa malattia? Macchia scura, tumore benigno al cervello

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 21 Ottobre 2015 - 12:25 OLTRE 6 MESI FA
Papa malattia? Macchia scura, tumore benigno al cervello

Papa malattia? Macchia scura, tumore benigno al cervello (foto di repertorio Ansa)

ROMA – La forza e la secchezza con cui il Vaticano non solo smentisce, ma anche non nasconde la sua irritazione, lasciano pensare che dietro la voce di una malattia in atto di Papa Francesco ci sia anche se non esclusivamente qualcosa che medicina non è. Comunque, restando alla voce diffusa, anzi stampata, dal Quotidiano Nazionale, ecco quale sarebbe la malattia, o meglio il guaio, l’imperfezione, il problema oggi piccolo, domani chissà…

Attenzione alle parole: si legge di macchia scura, di tumore al cervello, piccolo tumore. E si precisa che dopo esami accurati si è esclusa la necessità di operare. Attenti alle parole…cervello, tumore, macchia scura. Sono a loro modo termini evocativi. Richiamano, alludono ad una potenziale menomazione, inefficienza, handicap potenziale di Papa Francesco. Anzi del cervello di Papa Francesco.

“Quella macchia, quel piccolo tumore si può curare” si legge testualmente nell’articolo che il direttore di QN, Andrea Cangini, difende come assolutamente fondato e più volte responsabilmente verificato nelle sue fondamenta. Nulla autorizza a mettere in dubbio la convinzione di Cangini. La rivelazione della presunta malattia del Papa è poi corredata di particolari non dozzinali, difficilmente riconducibili a pura invenzione: l’elicottero, gli atterraggi in Toscana dell’elicottero, la prossimità dei luoghi dell’atterraggio con i luoghi in cui era possibile rintracciare, contattare il chirurgo giapponese, il fare nome e cognome del medico coinvolto…

Ma sul senso e sul modo della iniziativa di stampa e sulla natura e motivazione della smentita di fatto indignata quanto preoccupata del Vaticano va fatta apposita riflessione. Qui ci limita, e non e poco, all’effetto fonetico/semantico, all’effetto rumore oltre che clamore. Qui si nota come si mettano in circolo parole che sono richiami, segnali, semi di futuri sviluppi, sviluppi tutt’altro che medici. Le parole sono: macchia nera, tumore, cervello…Appena attenuate dal quel benigno che sembra star proprio lì nella narrazione a fare la parte della foglia di fico. Chi la narra questa storia sa come si narra e sa cosa narra, cosa vuol narrare. E non è detto che il narratore sia il Quotidiano Nazionale che la pubblica.