“In Parlamento? Vedono che sono ingrassato!” Ma Berlusconi sfida l’ostacolo

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 1 Agosto 2011 - 15:01| Aggiornato il 2 Agosto 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Se vado in Parlamento, tutte le signore si accorgono che sono ingrassato…”. No, non è uno scherzo, Silvio Berlusconi lo ha detto davvero. Dando un po’ la colpa del grasso in eccesso allo stress e molto al cortisone. Dunque tra gli effetti collaterali della crisi del debito sovrano e dei guai giudiziari di parlamentari vari va annoverato e, è il caso di dirlo, pesato anche il sopravvenuto rotolo di ciccia presidenziale. Ma, riferisce con orgoglio Fabrizio Cicchitto, il premier ha finalmente scelto di fronteggiare la prova-tv. In Parlamento ci andrà, con sprezzo della sovra esposizione e andrà anche all’incontro convocato con le parti sociali per parlare della crisi economica e finanziaria. “Le signore” saranno messe di fronte alla verità della ciccia cresciuta, supereranno lo choc. Chissà se Parlamento, sindacati, Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura, Confartigianato e gli altri godranno di altrettanta rivelazione da parte del premier: dirà loro che non c’è “ciccia”, anche se ciccia di tutt’altra natura? Oppure Berlusconi ripeterà che più o meno basta “tirarsi sù le maniche”, oppure ancora Berlusconi arriverà con una cartellina con dentro le proposte i i fondi, i soldi, per un “Patto” sociale e politico?

Le opposizioni lo avevano chiesto a gran voce un dibattito e un incontro. Ma dal secondo, fissato per giovedì, sono state tagliate fuori. La situazione economica dell’Italia e del mondo, per non parlare di quella giudiziaria della maggioranza, renderebbero un obbligo un cambio di marcia e di direzione da parte del governo. Ma finora del Presidente del Consiglio non c’era stata traccia. Andare a riferire in Parlamento è in agenda per mercoledì. E Cicchitto promette che Berlusconi mercoledì in Parlamento ci andrà, o meglio, è “disponibile” ad andarci.

Mentre i mercati crollano, mentre la borsa di Milano brucia miliardi di euro, mentre l’interesse da pagare sui titoli di Stato italiani viaggia verso l’insostenibile sei per cento, mentre la maggioranza vacilla stretta tra lotte intestine e inchieste che riguardano i suoi esponenti, mentre la Lega litiga col Presidente della Repubblica e mentre infuriano le polemiche per la politica che non rinuncia ai suoi privilegi, nello stesso momento in cui chiede sacrifici ai cittadini, la preoccupazione del premier era “anche” la sua forma fisica. E perché no un impegno inderogabile, l’andare a Pechino a veder Milan-Inter?

Silvio dà la colpa dei suoi chiletti in più al cortisone e allo stile di vita poco salubre, riferendosi chiaramente non al bunga bunga ma alla mole di lavoro che lo obera. Ma, più che la “ciccia” finora aveva potuto la stizza. Stizza per la scarsa mole delle cose da andare a dire. Per riferire alle Camere qualcosa che non siano chiacchiere, bisogna aver qualche praticabile idea. E, al momento, Berlusconi è a corto di idee, soprattutto in economia. La manovra non la voleva, gli sembrava eccessiva ed ora quella manovra è già insufficiente. Riforme economiche vere non ha tempo né forza né voglia di farne. Un suo discorsino alla Camera e via può avere l’effetto di un altro fuggi-fuggi degli investitori dai titoli italiani. Ora, con gli occhi della speculazione internazionale puntati su di noi, le chiacchiere sarebbero valutate per quel che sono, un segno di impotenza. Berlusconi alla luce del sole tra mercoledì e giovedì: “le signore” se ne faranno una ragione, i mercati?

E se la saggezza popolare insegna che a star zitti non si rischia di far brutta figura, la latitanza comunicativa ha, per Berlusconi, anche altri vantaggi. Tra pochi giorni, nonostante la folle proposta di Calderoli, le Camere chiuderanno e si andrà tutti in vacanza, in questo caso una settimana vale quanto un mese quindi. E poi, continuando ad aspettare, potrebbero arrivare nuove grane giudiziarie per quello che oramai è il nemico numero uno del Cavaliere: Giulio Tremonti. E poi magari tra qualche settimana la crisi finanziaria passerà o almeno diminuirà d’intensità e con lei la speculazione sul nostro paese. E in questo senso l’accordo raggiunto dagli Usa per evitare il default è un’ottima notizia. E poi di che ci lamentiamo? E’ agosto e Berlusconi non è pronto per la prova costume, possiamo forse biasimarlo per questo?