Pensioni in divisa Fornero esenti, ma meno stipendi: militari avvisati…

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 28 Agosto 2012 - 16:15 OLTRE 6 MESI FA
LaPresse

Non se ne trova traccia fra le 120 ‘azioni in programma’ infilate nell’Agenda per la crescita, la lista dei compiti a casa da fare prima delle elezioni. E la scadenza fissata in un primo momento, il 31 luglio, è passata da un pezzo. Forse è il segnale che il governo ha rinunciato a estendere a militari e poliziotti le nuove regole sulle pensioni approvate con  il decreto salva Italia

Così recita un trafiletto relegato a pagina 9 del Corriere della Sera. Trafiletto da cui si apprende, per chi ne fosse all’oscuro, che le pensioni di militari e agenti sono esenti dalla riforma Fornero, quella che ha alzato l’età pensionabile e esteso a tutti, credevamo, il sistema contributivo. Tutti tranne i militari.

Sono probabilmente pochi infatti quelli che sanno che questa categoria di lavoratori è stata “esentata” dalla riforma del sistema pensionistico. Per carità, che l’esenzione non abbia suscitato indignazione e proteste è in qualche modo comprensibile. Non si tratta di un privilegio con “P” maiuscola né di un privilegio assolutamente ingiustificato. Fare il militare, affrontare missioni all’estero o combattere in Italia contro la criminalità organizzata, rischiando la vita, è obiettivamente diverso rispetto al sedersi ogni mattina dietro una scrivania. Quello che avrebbe potuto far notizia è la compattezza con cui, caso più unico che raro, tutte le forze politiche si sono dimostrate concordi nel “salvare” i militari e le loro pensioni.

“Una mozione approvata dal Senato all’unanimità impegna il governo a rispettare la ‘specificità’ della categoria. Uno stop che chiude quasi ogni margine di manovra”.

Ma, come mai, se come lo stesso quotidiano milanese racconta la questione è già praticamente stata archiviata, suscita un minimo di stupore il fatto che il tema non sia stata introdotto nella cosiddetta lista dei compiti del governo? In altre parole, perché se il Parlamento a già espresso il suo punto di vista a favore dell’eccezione per le pensioni militari, ancora se ne discute? Domanda lecita perché nei giorni scorsi la scadenza che era stata fissata al 31 luglio è stata spostata a fine ottobre. E il ministro del welfare Elsa Fornero ha riaperto il dossier, annunciando ai colleghi che qualche passo verso l’uniformità andrà fatto.

Impresa ardua vista la compatta ostilità dei partiti ma forse, in ballo, c’è qualcos’altro.

“Sul comparto sicurezza si sta giocando un’altra partita. Per i militari il governo ha previsto un taglio che in dieci anni farebbe scendere gli organici da 190 mila a 150 mila unità. Una sforbiciata non facile da far digerire. Forse riaprire il dossier pensioni – oltre che una delle tante attuazioni di cui parla il governo – è anche un modo per fare (politicamente) pressione. E portare a casa la partita sugli organici”.

Cioè sventolare lo spauracchio di ridiscutere le pensioni per ottenere una “tranquilla” riduzione degli organici.

In fondo è vero, i partiti hanno chiaramente detto che per loro le pensioni dei militari vanno bene così come sono. Ma era lo stesso decreto salva Italia a prevedere l’armonizzazione del comparto sicurezza alla riforma Fornero che stabilisce per tutti l’innalzamento dell’età pensionabile e l’anticipo del passaggio dal più vantaggioso sistema retributivo a quello contributivo. Ad oggi, alle pensioni di militari e agenti non solo si applica ancora il modello retributivo, ma per loro sono previsti anche una serie di meccanismi in grado di far lievitare l’assegno, come lo scivolo automatico di 5 anni, ad esempio. E per quanto queste differenze siano comprensibili vista la specificità del settore, anche la compattezza dei partiti potrebbe vacillare di fronte ad un’opinione pubblica che, alla vigilia delle elezioni, chiedesse conto di tutto ciò. Non fate storie quindi sulla riduzione degli organici, o potrebbero essere rimesse in discussione le vostre pensioni. Militare avvisato, mezzo salvato.