Referendum: Sì o No anche su stipendi e soldi tagliati ai politici locali

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 14 Ottobre 2016 - 14:57 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Referendum, quello del 4 dicembre, quello dove si vota Sì o No, No o Sì al Senato ridotto di numero, non più eletto, non più con il potere di dare la fiducia al governo, non più Camera con pieni poteri legiferanti come oggi. E poi si vota sui poteri delle Regioni, oggi quasi assoluti anche su energia e trasporti ad esempio, che la legge sottoposta a giudizio popolare vuole ridurre in nome dell’argomento che una grande infrastruttura non riguarda solo il territorio dove ha sede ma è interesse nazionale. E poi si vota su un po’ di altre cose che stanno nella legge. E poi, come dice ogni giorno la tv e la propaganda elettorale, si vota Sì o No a Renzi, all’Europa, all’euro, alla democrazia…Forse un po’ troppo ma così ce la cantano e ce la suonano.

Si vota anche e quasi nessuno lo sa (Corriere della Sera prende l’iniziativa di ricordalo) sull’età alla quale si potrà diventare senatori, sulla cosiddetta parità di genere in lista e…ultimo ma non certo ultimo, su stipendi e soldi tagliati ai politici locali.

Sì o No al dispositivo di legge che fissa gli stipendi dei consiglieri regionali (e ovviamente comunali) al livello di quello del sindaco? Per stare sul concreto, un sindaco di una grande città italiana porta a casa a fine mese tra i cinque e i seimila euro netti. Oggi in molte Regioni i consiglieri regionali viaggiano tra i settemila e i novemila netti al mese, con punte di fatto sopra i diecimila e con pochissimi a quota cinquemila o giù di lì. In nome, ovviamente, dell’autonomia. Sì o No a ogni Regione che fissa a piacere e sempre verso l’alto ovviamente gli stipendi dei suoi consiglieri eletti? Cinquanta qua, ottanta là, moltiplica per il numero delle Regioni…

Sì o No al dispositivo di legge che elimina i fondi a disposizione dei gruppi consiliari nelle assemblee locali. Sì o No a una quota di soldi pubblici con cui i gruppi consiliari ci fanno più o meno quel che vogliono, diu cui dispongono a piacimento e che, anche fossero tutti spesi solo e soltanto per attività strettamente politica, sono comunque finanziamento pubblico ai partiti?

Nella scatola del referendum c’è anche questo. Così, tanto per saperlo, come ogni scatola andrebbe aperta prima di un Sì o un No…a scatola chiusa.