Termosifoni accesi in 4.200 Comuni: i “trucchi” taglia spese

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 15 Ottobre 2015 - 12:51 OLTRE 6 MESI FA
caldaia

Una caldaia

ROMA – Limitare le ore di accensione, abbassare la temperatura e fare una corretta manutenzione degli impianti. Con l’arrivo del freddo arriva, puntuale, anche la necessità di accendere ed affidarsi agli impianti di riscaldamento ma, con questi, anche quella di cercare di limitare le spese. Scatta oggi, 15 ottobre, il via libera all’accensione dei termosifoni nella metà dei Comuni italiani. Una data che non vale per tutti, il nostro Paese è infatti diviso in diverse zone climatiche che hanno tempi e regole diverse per l’accensione degli impianti, ma su circa 8000 comuni sono da oggi oltre 4000 quelli che possono mettere l’interruttore su ‘on’.

Vediamo allora, seguendo il vademecum proposto da Chiara Severgnini su La Stampa, i consigli per cercare di limitare i ‘danni’ al portafoglio. Si tratta, per lo più, di regole di buon senso. E sono regole e consigli che possono essere applicati più o meno indifferentemente sia da chi ha un impianto autonomo, sia da chi invece dipende da uno centralizzato. In primis la manutenzione, la regola numero uno, importante sia per la sicurezza sia per evitare sanzioni: chi non la effettua rischia infatti una multa non inferiore a 500 euro.

Ma un impianto ben regolato è anche un impianto che inquina e consuma meno. Una volta fatta la manutenzione, per non trovarsi di fronte a bollette troppe salate e per non correre il rischio di battere i denti, è bene controllare la temperatura e le ore di accensione dell’impianto. Scaldare troppo la casa fa infatti male alla salute oltre che alle tasche: la normativa consente una temperatura di 20 – 22 gradi, ma 19 sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. E poi ogni grado in meno si traduce in un risparmio che va dal 5 al 10 per cento sui consumi di combustibile. Importante poi il fattore tempo: il tempo massimo di accensione giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle sei zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia.

Per i comuni in fascia “E”, quelli che da oggi possono accendere i termosifoni, i caloriferi possono restare accesi al massimo per 14 ore. Ma non sempre è necessario tenere acceso l’impianto per tutto il tempo che la legge consente, più importante e più economico è infatti regolare l’accensione in base alle esigenze personali. E su questo campo arrivano in soccorso i moderni dispositivi elettronici che consentono di regolare temperatura e tempo di accensione, in modo da mantenere l’impianto in funzione solo quando si è in casa.

Una volta applicate questa accortezze, si può agire sull’efficienza dei singoli termosifoni grazie alle valvole termostatiche applicabili ai caloriferi. Apparecchiature che aprono e/o chiudono la circolazione dell’acqua calda nel termosifone e consentono di mantenere costante la temperatura impostata, aiutando a concentrare il calore negli ambienti più frequentati e a evitare sprechi. Un’altra ‘dritta’ utile è poi quella di applicare dei pannelli riflettenti dietro i termosifoni stessi. Un trucchetto semplice e poco costoso per ridurre le dispersioni di calore che consente di riflettere il calore verso la stanza senza che si perda alle spalle del calorifero dove, inoltre, è inutile.

Sempre sul fronte ‘schermatura’, è poi consigliabile chiudere persiane e tapparelle e mettere tende pesanti per ridurre le dispersioni di calore verso l’esterno. Ovviamente pratica utile soprattutto di notte, altrimenti si corre il rischio di tapparsi in casa. Se però la ‘schermatura’ è utile per evitare di mandare il calore dove non serve, altrettanto utile è rimuoverla là dove ostacola il percorso ‘buono’ del calore. E per questo è bene evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni come tende o mobili davanti a questi, come anche la biancheria messa ad asciugare. Attenzione inoltre a non lasciare troppo a lungo le finestre aperte: per rinnovare l’aria in una stanza bastano pochi minuti. E poi la manutenzione da fare non solo all’impianto di riscaldamento ma a tutta la casa.

L’isolamento termico su pareti e finestre è un aspetto da non trascurare: se la casa è stata costruita prima del 2008, probabilmente non rispetta le attuali normative sul contenimento dei consumi energetici. In questi casi conviene valutare un intervento per isolare le pareti e sostituire le finestre. Il beneficio può essere doppio: si riducono i consumi di energia fino al 20% e si può usufruire dei cosiddetti ecobonus, la detrazione fiscale del 65%. Infine, se l’impianto di riscaldamento ha più di 15 anni, conviene valutarne la sostituzione. Le possibilità non mancano: caldaie a biomasse, pompe di calore o impianti integrati dove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata da un impianto solare e/o da una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico. Anche per questi interventi si può usufruire degli ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici (65%).