Sacchetti bio li pagavamo già ma non c’era scritto. Bisognava…non dirlo

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 5 Gennaio 2018 - 10:09 OLTRE 6 MESI FA
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Sacchetti bio li pagavamo già ma non c’era scritto. Bisognava…non dirlo

ROMA – Sacchetti bio, una storia affascinante. Difficile aspettarsi che si arricchisse ogni giorno, anzi ogni mezza giornata, di fatti, interpretazioni, rivelazioni…C’era da pensare fosse semplice: sacchetti bio plastica per il cibo da pagare qualche centesimo da gennaio 2.018. E invece no, non è proprio così.

Sacchetti bio, ognuno dice la sua subito trova qualcuno che con altrettanta sicurezza afferma la contraria. Ma pare proprio, è quasi sicuro che i sacchetti bio a pagamento dal primo di gennaio…li pagavamo già da prima. Erano nel prezzo della merce acquistata, chi ce li forniva di fatto ce li vendeva caricando un’inezia forfettaria ma pur sempre un costo aggiuntivo sullo scontrino della spesa.

Uno dei principi cardini dell’economia è che non esistono pasti gratis, beh neanche sacchetti per la spesa gratis. Li pagavamo già ma non c’era scritto sullo scontrino. Li pagavamo già ma non lo sapevamo. Chissà da quanto tempo quindi subiamo il salasso e l’angheria eppur siam sopravvissuti.

Li pagavamo già e li pagavamo già i sacchetti senza rivolta sui social, senza sollevazione popolare. Perché erano pochi centesimi e perché erano invisibili. Invisibili sullo scontrino. Invisibili nel circuito della comunicazione, nel circo dei giornali e nell’arena dei social network.

Occhio non vedeva, cittadino non schiumava. Ora la questione, l’insopportabile oltraggio è che quei centesimi, quei 10 euro scarsi l’anno, si vedono. Stanno sui giornali, in tv, sui social, sugli scontrini. E la legge è stata fatta apposta perché si vedano. L’idea ingenua assai di chi ha fatto quella legge era che vedendo che qualcosa costano i cittadini consumatori avrebbero ridotto il numero di sacchetti di plastica utilizzati.

In Italia ne girano circa 10 miliardi l’anno, In Europa cento miliardi l’anno di sacchetti di plastica. Renderli visivamente a pagamento è stata l’idea ingenua per farne consumare di meno. E’ la legge che ha detto il centesimo del sacchetto vada con voce a parte sullo scontrino della spesa, prima quel centesimo si perdeva nel mucchio.

Ed è stata rivolta. Di massa e di popolo. Dal che se ne deduce che accorti e non ingenui governanti e legislatori avrebbero semplicemente dovuto…non dirlo. La sensibilità e suscettibilità dell’opinione pubblica-elettorato sono al massimo della scala. E la voglia e capacità della pubblica opinione-elettorato di valutare e approfondire sono al minimo, anzi sotto ogni scala di misurazione. Quindi se non glielo dicevi e continuavi a far pagare quei maledetti pochi centesimi senza dirlo non c’era rivolta. Hai invece detto come stavano le cose, hai detto in fondo la verità, hai voluto dire che quei pochi maledetti centesimi servivano a qualcosa ed è stata ribellione indignata e ferita.

Se ne deduce, ma quella dei sacchetti è solo uno dei tantissimi casi che comprovano la deduzione, che guai a dirla la verità. Meglio, molto meglio stare quatti e silenti. Bastava non dirlo di quei centesimi e bastava non immaginarsi una opinione pubblica e una cittadinanza che non ci sono nella realtà, non immaginarsi cittadini che rinunciano al sacchetto di plastica finto gratis.

D’altra parte un maestro dell’informazione, Enrico Mentana, ha così commentato l’altra sera nel suo Tg: “Renzi è stato quanto meno incauto”. Incauto? E perché di grazia incauto? Perché ha buoni rapporti con la titolare dell’azienda che produce la materia prima con cui si fanno i sacchetti bio. A parte che l’azienda in questione non opera in monopolio e altre producono la stessa cosa, cosa doveva fare Renzi per non essere incauto? A parte che al governo non c’è lui, come avrebbe dovuto-potuto esser cauto? Vietando all’azienda di produrre e vendere? Comprando bio plastica solo all’estero? Mantenendo per legge solo i sacchetti non bio sperando di non conoscere nessuno che fabbrica plastica non bio? Magari se i Mentana fossero più cauti nel dare dell’incauto a destra e a manca, più cauti nel correre a vincere facile la corsa del conformismo di titolo e di popolo…