Terremoti: Yellowstone fuga animali, Big One? Ma sisma forza 6 c’è ogni 3 giorni

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 4 Aprile 2014 - 14:28 OLTRE 6 MESI FA
La mappa mondiale delle scosse

La mappa mondiale delle scosse

ROMA – Due terremoti dalla forza devastante in Cile, ma senza danni o quasi. E poi tremori a Los Angeles e nel parco di Yellowstone. Abbastanza per far tremare i polsi ai catastrofisti di tutte le razze e per dire che il “Big One” è dietro l’angolo. Ma nonostante le voci su internet che danno gli animali in fuga dal  grande parco naturale nord americano, in realtà non c’è nulla di cui preoccuparsi. O almeno non più di quanto dovremmo fare di solito e di quanto dovrebbero fare tutte le persone che vivono vicini “all’anello di fuoco”.

“Ogni anno – scrive Vittorio Sabadin su La Stampa -, si verificano sulla Terra 14 mila terremoti superiori ai 4 gradi, circa quaranta al giorno. Quelli più forti di 6 gradi sono 150, uno ogni tre giorni. Il 90% avviene nel ‘Ring of Fire’, l’anello di fuoco che parte da Capo Horn, risale la costa americana del Pacifico, devia verso la Russia, scende lungo il Giappone e le Filippine, costeggia la costa Est dell’Australia e termina in nuova Zelanda. In questo anello ci sono linee di congiunzione delle placche tettoniche e il Cile si trova in una delle zone peggiori, proprio sopra la Placca Nazca che cerca di infilarsi sotto la Placca Sudamericana, sollevando sempre più la Cordigliera delle Ande”.

Niente di eccezionale dunque, numeri alla mano, nei terremoti degli ultimi giorni. Nessun segno particolare che possa far dire che il famigerato “Big One” sia prossimo. E ad uso e consumo di chi non lo ricordasse, il “Big One” è quel terremoto devastante che colpirà la California, attivato dalla faglia di Sant’Andrea non distante da Los Angeles. Un sisma talmente forte che, secondo gli scenari più catastrofici, potrebbe trasformare lo stato americano in un’isola staccata dal resto continente. Gli scienziati sono quasi unanimemente certi che si verificherà. Domani o tra mille anni però, nessuno può dirlo.

I movimenti tellurici di cui l’uomo si accorge non sono che una minima parte di quelli che si verificano. I più deboli non riusciamo proprio a percepirli e, di altri di maggior intensità, sentiamo le conseguenze solo quando colpiscono città o zone popolate. I terremoti ci spaventano per la nostra incapacità di prevederli. Per cercare di limitarne i danni l’uomo può, infatti, costruire edifici migliori e in zone più sicure, cosa che non sempre fa, ma nulla più. E ci spaventano poi per l’alto numero di vittime che hanno causato nella storia, ed anche perché siamo convinti di vivere in un pianeta stabile e ogni scossa, ogni frana, ogni inondazione mette in dubbio questa certezza.

“Non c’è invece nulla di più instabile della Terra – scrive ancora Sabadin – e dell’universo di cui fa parte, ed è solo la relativa brevità della nostra vita a creare l’illusione. La Terra si muove e rimodella le sue forme da miliardi di anni, senza curarsi dei suoi più recenti, fragili e impauriti abitanti. Se ci fosse un modo di prevedere i terremoti si potrebbero certamente risparmiare molte vite umane, ma la scienza non ha fatto passi avanti in questo campo. Nemmeno le proiezioni statistiche sono utili e il movimento delle placche tettoniche è valutabile nel lungo termine, ma imprevedibile quando si tratta di eventi sismici. Sappiamo che ce ne sarà uno devastante a San Francisco, ma non possiamo dire quando. Qualcuno ha provato con le macchie solari, gli allineamenti planetari e le fasi della Luna, senza fare ovviamente meglio degli scienziati”.

Come sempre quando l’uomo si trova di fronte a fenomeni che non riesce a dominare, anche sui terremoti chiama allora in causa il soprannaturale e diviene vittima di catastrofismo. E in questo la rete è un veicolo e un volano meraviglioso. Oltre a “Big One” un altro evento catastrofico attende il nord America: il risveglio del vulcano Yellowstone. Il grande parco naturale sorge infatti sui resti di un vulcano dormiente a dir poco enorme: 55 per 72 chilometri. Vulcano che già in passato eruttò con tale potenza da modificare per decenni il clima del pianeta e che, in futuro, è probabile lo farà di nuovo. E da un po’, sul web, si rincorrono strane testimonianze in base alle quali i bisonti, i coyote, gli orsi e le antilopi dello Yellowstone, se ne starebbero andando. Speriamo che le scie chimiche li fermino…