Zuckerberg braccino corto: ai terremotati l’equivalente di un caffè

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 30 Agosto 2016 - 12:58 OLTRE 6 MESI FA
Mark Zuckerberg, la beneficenza spot Facebook

Mark Zuckerberg, la beneficenza spot Facebookmo

ROMA – Sono tanti o pochi 500mila euro? Tutto, ovviamente, è relativo e anche il valore dei soldi lo è e non sfugge a questa regola. Per la maggior parte delle persone sono infatti tantissimi, così tanti che forse non li vedranno mai in una vita; mentre per altri, pochi e fortunati, sono poco più che spiccioli. I soldi di cui stiamo parlando non sono però veri e proprio soldi, denari classici, ma è il valore degli spazi pubblicitari che il papà di Facebook, Mark Zuckerberg, ha donato alla Croce Rossa da utilizzare sul social network da lui inventato. E allora la questione diventa più complessa.

Zuckerberg, in Italia per il matrimonio del suo amico Daniel Ek, vale a dire mr. Spotify, e per una lezione alla Luiss, la prestigiosa università privata romana, colpito come lui stesso ha riferito dal terremoto che ha distrutto Amatrice e dintorni, “si è chiesto cosa Facebook potesse fare per essere d’aiuto”. Ed oltre allo strumento del ‘Safety Check’ che “ha permesso a 50 milioni di persone di dire alla famiglia che stavano bene”, ha deciso di donare “mezzo milione di euro alla Croce Rossa sotto forma di Ad Credits, e quindi pubblicità”.

E se da una parte né Facebook né il suo fondatore erano tenuti a contribuire in alcun modo, la beneficenza è per sua natura volontaria, dall’altra la tipologia di donazione ha scontentato molti. Alcuni hanno accusato mr Facebook di spilorceria ricordando che 500mila euro in pubblicità non sono poi molti per un colosso che vale 364 miliardi di dollari. E dure critiche sono arrivate dal Codacons. “Più che una donazione vera e propria sembra una trovata pubblicitaria a vantaggio di Facebook – ha detto il presidente Carlo Rienzi -. In questo momento sarebbe stato sicuramente più utile versare soldi direttamente alla Protezione Civile per far fronte all’emergenza, anziché donare crediti da utilizzare sul famoso social network. Per tale motivo abbiamo deciso di scrivere direttamente a Zuckerberg, chiedendo di convertire la sua donazione spot da 500mila euro in un versamento di denaro alla Protezione Civile”.

“Loro lavoreranno anche quando la nostra attenzione sarà passata ad altro”, ha spiegato Zuckerberg riferendosi alla Croce Rossa e giustificando così la sua scelta come una sorta di investimento a lungo tempo per la Cri. E’ infatti vero che l’attenzione, prima internazionale e poi nazionale passerà velocemente ad altro e che la Croce Rossa, come gli altri soggetti simili, hanno sempre bisogno di pubblicità, denaro e mezzi per poter operare. Anche su emergenze che conquistano meno prime pagine rispetto al sisma che ha da poco colpito il Centro Italia.

Tornando però alla relatività di tutto e anche del valore del denaro è difficile non pensare al patrimonio del papà di Facebook stimato in oltre 50miliardi di dollari. Cifra che non soltanto molti esseri umani non possono immaginare, ma che anche molti stati nazionali difficilmente riescono a mettere insieme nel loro Pil. E allora tornando alla domanda iniziale: quanto valgono 500mila euro? La risposta è che per la Croce Rossa, per quanto in pubblicità, valgono forse non moltissimo, ma certamente saranno utili. Mentre per mr. Facebook valgono, a conti fatti, più o meno come un caffè di un contribuente ‘normale’ e altrettanto certamente meno dei due euro che molti italiani hanno donato via sms al numero della Protezione Civile 45500.

“C’è un ristorante – ha ricordato mr. Facebook nel suo intervento alla Luiss – che sulla sua pagina ha scritto che avrebbe donato un euro per ogni piatto di amatriciana ordinato”. In proporzione molto, ma molto di più di quanto ha fatto lui.