Terremoto: migliaia hanno “visto” e “sentito”…le trivelle che non esistono

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 7 Giugno 2012 - 15:02 OLTRE 6 MESI FA

Xinhua-Lapresse

MODENA – Ne trovi a decine, centinaia che hanno “visto” le trivelle in azione. A a migliaia che le trivelle hanno “sentito” funzionare. Poi, se domandi più a fondo, scopri che nessuno ha davvero visto in diretta, solo le tracce o quel che a chi guarda sembrano tracce di trivelle. E appuri che nessuno ha sentito in diretta, la cosa più sentita sono stati i racconti di qualche amico e conoscente. Però il fenomeno delle trivelle mai viste che migliaia hanno visto e sentito è appunto di massa. Perché…perchè il terremoto in Emilia non è stato naturale, è tutta colpa del mega deposito sotterraneo di gas di Rivara. Anche se ancora non esiste, è solo su carta, un progetto. Ne sono conviti gli abitanti della zona,  “confermati” nella loro convinzione dalle notizie, solitamente per niente attendibili, veicolate dalla rete. Il deposito sotterraneo semplicemente non c’è, e di trivellazioni clandestine o meno legate a questo, almeno per ora non se ne ha notizia. Eppure gli abitanti della zona sono convinti, talmente convinti che la procura di Modena è stata “costretta” ad aprire un fascicolo.

Dall’attacco alle Torri gemelle ordito da Bush jr, passando per la super arma segreta Usa in Alaska (anche se la conoscono tutti), capace di provocare terremoti in ogni luogo del pianeta fino ad Elvis che non sarebbe mai morto, il “complottismo” esercita da sempre un grande fascino. Il principio metodologico espresso nel XIV secolo dal filosofo e frate francescano inglese William of Ockham, noto in italiano come Guglielmo di Occam, secondo cui “a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire”, non ha mai avuto lo stesso appeal che hanno i complotti, i segreti, le spiegazioni complesse e, a volte, risibili. E in questo internet è culla, veicolo e terreno fertile per gli amanti del genere. Sulla rete infatti si possono trovare notizie, date per stracerte e tenute volutamente nascoste dai media tradizionali, che svelano i più grandi complotti dell’umanità.

Complotti, misteri e spiegazioni astruse che, comprensibilmente, hanno vita facile tra le persone protagoniste di una tragedia come il terremoto, tragedia che pone gli umani nella condizione di vedere le certezze materiali cadere e, allo stesso modo, anche quelle immateriali. E così in Emilia molti sono convinti che il deposito di stoccaggio di gas, e le trivellazioni a questo legate, siano la vera e unica causa del terremoto dei giorni scorsi e delle continue scosse. Con buona pace di tutte le spiegazioni logiche: trivellazioni non ne sono state ancora fatte, il deposito al momento non esiste nemmeno, negli altri luoghi nel mondo dove sorgono simili siti di stoccaggio non ci sono stati eventi sismici.

E allora nei bar, nei mercati si chiacchiera, si mormora, c’è sempre qualcuno che ha visto qualcosa di strano: “Strani sbuffi di sabbia”, “fiammate dal terreno”, “buchi nel giardino”. Tutti conoscono qualcuno che ne è stato testimone, tutti hanno un amico, un cugino o uno zio che gli ha passato un’informazione sicura, ma nessuno ha le prove.

Eppure la convinzione è talmente forte e radicata che anche la procura, sollecitata dalle moltissime segnalazioni, si è vista quasi obbligata ad aprire un fascicolo. Un fascicolo contro ignoti e sull’ignoto, nessuno ha visto trivellazioni negli scorsi mesi e l’azienda che dovrebbe trivellare smentisce che ve ne siano in corso o ve ne siano state. Ma non basta questo, le trivellazioni saranno clandestine, le faranno di nascosto si dice. Anche se un sito per trivellazioni simili occupa un ettaro circa di terreno, non facilissimo quindi da nascondere.

Agli amanti del complotto però nemmeno l’iniziativa della procura pare sufficiente, nessuna spiegazione è mai sufficiente perché la forza del complotto sta proprio nel suo essere del tutto autoreferenziale, slegata da tutto e da tutti. Anche i magistrati potrebbero essere infatti invischiati nella storia, in fondo anche loro usano il gas…, per cucinare e scaldarsi non per interrogare e indagare.