De Luca, odor di biscotto: “Mia moglie ti assolve se…”

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 11 Novembre 2015 - 16:09 OLTRE 6 MESI FA
De Luca, odor di biscotto: "Mia moglie ti assolve se..."

De Luca, odor di biscotto: “Mia moglie ti assolve se…” (foto Ansa)

ROMA – Se c’è una cosa che viene “antipatica” è difendere, anche solo con il beneficio del dubbio, un politico. Quindi, qui e oggi, nell’Italia che c’è, non è il caso di farlo. Mai, neanche per atteggiarsi a bastian contrario. Più antipatico ancora, se possibile, è concedere il beneficio del dubbio a un politico “antipatico” già da solo.

E Vincenzo De Luca addirittura si bea del mostrarsi antipatico, spigoloso, ruvido, altezzoso, prodigo di un’ironia che regolarmente coabita con il disprezzo verso l’altrui, l’altrui umano. Quindi è caldamente sconsigliato concedere il beneficio del dubbio a Vincenzo De Luca. E non solo perché così facendo si incorrerebbe di sicuro nell’ira di Rosy Bindi. E non solo perché De Luca sfotte, mortifica e svillaneggia ogni volta che può i giornalisti intesi come categoria tutta.

Concedere il beneficio del dubbio ad un altezzoso, sciatore da slalom tra leggi e incompatibilità, costruttore fin troppo evidente di clientele vincenti, amministratore efficiente sì ma liberale e tollerante come un signore feudale? Non sia mai: ci si scotta e ci si spende per chi non fa nulla per meritarlo. Uno che nel 2015 riscopre e ricanta la solfa del “massacro mediatico”, ma va là…Uno così che dubbi vuoi avere?

Eppure da questa vicenda, dalla storia arruffata di un tal Manna Guglielmo che fa sapere, via telefono, al De Luca governatore: “Mia moglie ti assolve, ti lascia in carica se mi dai un posto da dirigente alla Sanità…” emana un gran odor di biscotto, un odore da gran biscotto. Biscotto, come quello lamentato da Valentino Rossi ai suoi danni. Biscotto, solo questa volta molto molto più casereccio.

Minacciare, addirittura ricattare non solo per l’imprudente via del telefono (ormai neanche marito e moglie si comunicano l’ora del rientro a caso nel dubbio di essere intercettati dai figli o dai vicini). E’ una delle improbabilità dell’arruffata storia. Ma mettiamo anche che il Manna sia un semplicione e che via telefono intimi: o la poltrona tua (di governatore) o quella mia di dirigente! Cosa ha in mano il ricattatore, qual è la minaccia? Niente meno che la moglie.

Anna Scognamiglio magistrato, giudice del collegio che sta per decidere sulla incompatibilità di De Luca da legge Severino e consorte del Manna. Dunque Manna si vende al telefono o vende ai collaboratori di De Luca una merce assai improbabile: una moglie in grado di decidere della sentenza. La merce è improbabile perché:

1) A decidere è un collegio e in quel caso il collegio decise all’unanimità in favore di De Luca. Tutto il collegio dei giudici nel Manna Complotto?

2) Tra Manna Guglielmo e Anna Scognamiglio non erano rose e fiori nel matrimonio. Erano separati di fatto, separati in casa. E diventa improbabile una moglie in lite che rischia carriera, vita, baracca e burattini per far avere un posto al marito che sta per buttare fuori di casa. A meno di non immaginare una “liquidazione”. Più immaginabile una “pazza” idea del Manna, una sorta di millantato credito: vendersi una merce che non c’è, mettere in mezzo la moglie tanto ormai…

3) La totale assenza di garanzie in base alle quali il ricattato-minacciato avrebbe dovuto acconsentire tacendo come ipotizzano i giudici inquirenti. Chi glielo garantiva a De Luca che Manna aveva in pugno la sentenza? Solo il fatto che era il marito di…? Su questa esile base De Luca avrebbe deciso di rischiare il peggio del peggio, il peggio dell’essere dichiarato incompatibile secondo legge Severino, l’esser preso con le mani nel sacco a comprare di fatto una sentenza?

Tutto può essere, per carità. E in politica tutto può essere ancor di più. E in politica in Campania un po’ ancora di più. Però sequenza dei fatti alla mano come da cronache, l’odor di biscotto permane. O, se non piace il biscotto, odor di fava, quella con cui si prendono due piccioni: l’incauto, arraffone Manna e per suo tramite il De Luca governatore della Campania.