Amore e polizze nella Roma a 5 stelle: un impiegato da 40k lordi ne distribuisce per 100k: fidanzata, sindaco e…

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 4 Febbraio 2017 - 06:53 OLTRE 6 MESI FA
Amore e polizze nella Roma a 5 stelle: un impiegato da 40k lordi ne distribuisce per 100k: fidanzata, sindaco e...

Amore e polizze nella Roma a 5 stelle: un impiegato da 40k lordi ne distribuisce per 100k: fidanzata, sindaco e…Nella foto: Salvatore Romeo con Virginia Raggi sul tetto del Campidoglio

Come faceva Salvatore Romeo, un impiegato comunale da 40 mila euro lordi anno, a sottoscrivere polizze per 100 mila? La vicenda sta trascinando nel fango Virginia Raggi, sindaco di Roma e riversa puzzolenti schizzi su Beppe Grillo e il suo Movimento 5 stelle. È un romanzo rosa o pulp fiction o solo una delle tante brutte storie della politica italiana? Peccato che trama e protagonisti si collochino tutti nello schieramento senza macchia e senza paura del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, nota Giuseppe Turani in questo articolo, pubblicato anche su Uomini & Business col titolo “Roma, una storia da quattro soldi”.

Ci sono tutti gli ingredienti per un discreto romanzo di soldi, amore e politica. Non mancano elementi commoventi. Al centro della trama possiamo mettere questo Salvatore Romeo, un funzionario comunale della capitale, non ricco, con stipendio (sembra) sotto i 40 mila euro lordi all’anno. Non ha nemmeno un’automobile, gira solo in motorino, la famiglia è fatta di brava gente e lui non appare certo un esaltato. E, per la verità, all’inizio non è nemmeno un militante 5 stelle.

Questo Romeo, vuoi perché prudente, vuoi perché  ansioso, è una specie di maniaco delle polizze assicurative. Secondo i racconti della stessa, ne regala una, da pochi soldi, 10 mila euro, anche alla fidanzata di allora mentre prendono il cappuccino al bar: invece di fiori, una polizza. La ragazza infatti rimane un po’ sconcertata, ma lui spiega: “Se mi dovesse capitare qualcosa…”.

Ma qualche perplessità resta, lui è giovane, la fidanzata è giovane e poi dieci mila euro, non risolvono la vita di nessuno.

I due, dopo un po’ comunque si lasciano e la ragazza afferma di non sapere più se è ancora titolare della polizza oppure no. Con il Romeo, un tempo fidanzato, non si scambiano più nemmeno gli auguri di Natale. Lei era in politica, dove era entrato anche lui, mondo a  5 stelle, e quando lei viene aggredita dalla Raggi che non la vuole vedere entrare come consigliere in un municipio romano (aveva in mente altre persone, a lei più fedeli), il Romeo si defila e lascia la fidanzata nelle peste.

Intanto, è diventato un attivista grillino. La politica l’ha folgorato. O, forse, ha capito che attraverso quella strada si può fare carriera. Si allontana dalla fidanzata (molto carina, peraltro) e si mette a pensare alle elezioni.

La sua scoperta della politica, e del complicato mondo a 5 stelle romano, sembra si debba a Raffaele Marra, che a quell’epoca in comune è il superiore di Romeo e che lui continuerà a chiamare “capo”, anche adesso. Marra, che oggi è un galera per i sospetti su una casa che gli sarebbe stata regalata da un costruttore, non è uno un po’ naif come Romeo. È uno navigatissimo e buon amico dell’ex sindaco Gianni Alemanno (destra nera romana).

Poco a poco, si forma una sorta di quartetto: i famosi “Quattro amici al bar”, titolo della loro chat sulla piattaforma Telegram, oggi interamente acquisita dagli inquirenti, che l’hanno  trovata sullo smartphone di Marra quando l’hanno arrestato.

I quattro (Raggi, Marra, Romeo e Frongia, oggi vice-sindaco), siamo a qualche mese prima delle  elezioni per la carica di sindaco, decidono che bisogna puntare sulla Raggi per la poltrona numero uno. Il candidato più in pole position, per la verità, sarebbe Marcello De Vito, che viene liquidato confezionando su di lui un aspro dossier (nato all’interno dei “Quattro amici al bar”, anche se gli indizi portano soprattutto a Marra).

È in questa fase, prima delle elezioni, anzi prima ancora della scelta del candidato, che il funzionario comunale Romeo viene colto improvvisamente dalla sua vecchia mania delle polizze. Fa quella per la Raggi (30 mila euro), ma ne fa anche altre: sembra che dal 2013 in avanti abbia investito in polizze qualcosa come 100 mila euro. Non molti soldi, ma probabilmente tantissimi per un semplice funzionario comunale romano. Fra i destinatari di queste polizze (non si sa quante) parenti, forse qualche nuova fidanzata (ma pare da escludersi perché intanto è diventato una specie di uomo di fiducia o forse di più del futuro sindaco). Ma, soprattutto, altri militanti a 5 stelle. Somme modeste (il totale fa un po’ meno di 100 mila euro, pare), ma forse interessanti in un mondo povero e un po’ sgangherato come i 5 stelle romani, gente dalle attività lavorative non straordinarie.

Giunti a questo punto, però, il romanzo si interrompe perché non si capisce più niente. E le domande si rincorrono. Come fa un funzionario della capitale a avere tutti quei soldi (100 mila euro), visto che non è  certo ricco di famiglia? Non erano soldi suoi e  lui era una specie di ufficiale pagatore e i soldi venivano da Marra. Ma a Marra chi glieli ha dati e perché? Per pilotare le elezioni romane e far eleggere sindaco persona amica (cioè la Raggi?).

I “Quattro amici al bar”, grazie un po’ anche alle polizze di Romeo fanno tutti carriera. La Raggi diventa sindaco, Marra assessore (e di fatto l’uomo che amministra Roma), poi va in galera ma per pasticci precedenti. Il distributore di polizze, Romeo, diventa segretario politico del comune con stipendio triplicato, Frongia, vice-sindaco. E, nella confusione di quei giorni, anche il fratello, vigile urbano, di Marra, Renato, diventa capo del turismo della capitale.

Erano quattro amici, un po’ strani  per la verità, in pochi mesi diventano padroni della capitale. Con Grillo che benedice tutta la scalata e che poi corre in giro, in Veneto e in Liguria, a cercare assessori perché i quattro amici, conquistata la città, non sanno che cosa farsene.