Assalto al treno FOTO Europa inetta e feroce come nel 1939

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 20 Settembre 2015 - 07:38 OLTRE 6 MESI FA
Asssalto al treno FOTO Europa inetta e feroce come nel 1939

Asssalto di migranti a un treno diretto a Occidente nella stazione di Tovarnik, nella Croazia orientale, al confine con la Serbia

È rapida ed efficiente la UE quando si tratta di risolvere delicati problemi come stabilire la quantità di caglio necessaria al Taleggio per poterlo definire formaggio.
Eserciti di sherpa poliglotta ed assai competenti affiancono i mandatari dei Governi nazionali nelle frequenti sessioni delle commissioni di studio dove si tenta di dare risposte alle angoscianti domande che da Trieste a Barcellona da Amburgo a Brest salgono sino ai loro tavoli da lavoro… che grandezza dovranno mai avere le vongole comunitarie? come si potrà fronteggiarsi l’infame concorrenza dei vietnamiti che inondano di gamberetti extracomunitari i mercati di tutta Europa?
Intere nottate passate a discettare delle imminenti sciagure che provocherà la illecita concorrenza della grappa cinese all’amaretto di Saronno o di come scongiurare una crisi diplomatica con gli orientali accusati di abbassare o aumentare indebitamente la gradazione delle loro acquaviti o di modificare il colore delle aranciate prima di immetterli sul nostro mercato con etichette dagli improbabili nomi dall’italian sound…
In quelle interminabili e snervanti sedute c’è poi da stabilire anche come rispondere alle politiche di dumping degli americani, gli aiuti di Stato che permettono agli agricoltori dell’Arizona di produrre cetrioli al costo più basso che nella Renania Palatinato.
Per non parlare delle riunioni di urgenza convocate a Francoforte, dove la banca europea è chiamata a far fronte all’ennesima crisi monetaria con raffinate manovre finanziarie attuate da esperti economisti usciti da Oxford o dalla Bocconi.
Dai guai provocati dalle vongole a quelli provocati dai cinesi o dallo spread, tutto affrontano, tutto risolvono a Bruxelles e Francoforte.
Poi si trovano davanti centinaia di migliaia di uomini in fuga ammassati alle frontiere dell’Unione e non sanno che fare.
I tedeschi litigano con gli inglesi, questi al solito con i francesi, gli ungheresi un po’ con tutti ed il risultato è un dramma umanitario di proporzioni immani di cui non si intravede soluzione.
Sembra incredibile ma è cosi, all’ombra dei grattacieli in ferro vetro della moderna Europa, corrono ancora corridoi umanitari come 70 anni fa.