Governo, la pretesa di Renzi di scrivere un programma senza il nome del Premier è contro la Costituzione

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 1 Febbraio 2021 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA
Governo, la pretesa di Renzi di scrivere un programma senza il nome del Premier è contro la Costituzione

Governo, la pretesa di Renzi di scrivere un programma senza il nome del Premier è contro la Costituzione

La pretesa di Renzi di indicare il Premier solo dopo l’accordo sul programma di Governo, non è giuridicamente corretta ed anzi si pone al di fuori di una corretta dinamica costituzionale.

L’art 94 della Carta Costituzionale prevede che il Governo, entro 10 giorni dalla sua formazione, si presenti alle Camere per ottenerne la fiducia.

È a quel punto che il Presidente del Consiglio espone il suo Programma sul quale i due rami del Parlamento si pronunceranno.

Si tratta dunque di capire se i partner della coalizione abbiano o meno il potere di svincolare il Programma di Governo. Dalla indicazione di chi, quel programma, è chiamato a realizzare una volta ottenuta la fiducia.

Cosa decise la Costituente

In sede costituente, la seconda sottocommissione che doveva occuparsi della questione – cui appartenevano insigni giuristi del calibro di Costantino Mortati e Egidio Tosato – arrivò a questa conclusione. Che il titolare esclusivo dell’attuazione del Programma sia il Primo ministro. Al quale la Costituzione affida la responsabilità esclusiva della politica generale del Governo.

Già il precedente Esecutivo, aveva disinvoltamente aggirato il problema. Quello  della necessità di collegare il Programma a chi, titolare del potere di indirizzo politico, doveva quel programma realizzare.

Sedute alla scrivania di un commercialista milanese, le delegazioni della Lega e del Movimento 5stelle, avevano faticosamente stilato un Contratto di 46 paginette. Che nella mente dei compilatori avrebbe dovuto sostituire il Programma di Governo. Senza aver indicato il nome di chi avrebbe  dovuto attuarlo.

Come se il Presidente del Consiglio, anziché una figura di rilevanza costituzionale, fosse uno spicciafaccende qualsiasi al servizio di Salvini, Di Maio o Toninelli.

Pare stia succedendo la stessa cosa con Renzi. Al quale sfugge lo spessore giuridico e costituzionale della figura del Primo Ministro. E soprattutto il ruolo che ha, o dovrebbe avere, al momento della formazione del Governo.

Il rapporto governo-programma

È intorno a lui (e ai componenti del suo Esecutivo) che deve essere stilato il Programma con cui attuare il potere d’indirizzo del Governo. Di cui senza dubbio è titolare esclusivo il Presidente del Consiglio.

L’esercizio del potere di interdizione di Renzi sarà anche funzionale alla sua tattica mirata ad alzare il prezzo perché il figliuol prodigo rientri nella casa del Padre.

Ma si pone al di fuori del perimetro della legalità costituzionale.