Nizza, Isis, islamizzazione del radicalismo. Nuova strategia: non soldati addestrati, ma poveri disperati

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 17 Luglio 2016 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Nizza, Isis nuova strategia: non soldati addestrati, ma poveri disperati

Nizza, Isis nuova strategia: non soldati addestrati, ma poveri disperati

NIZZA – Troppe cose alla fine non tornano nell’attentato di Nizza. La tardiva e non convincente rivendicazione da parte dell’Isis suggerisce qualche riflessione. Potremmo trovarci di fronte ad un fenomeno del tutto nuovo, un salto di qualità della strategia dell’ Isis molto più raffinata ed insidiosa, che ha come caratteristica quella di approfittare del malessere che affligge masse di derelitti in Europa per indurli implicitamente a seminare il terrore laddove ritengono risiedano le ragioni del loro stato.

Non progetti di morte dunque, organizzati con accurata e geometrica potenza, ma lo sfruttamento dello stato di dis-integrazione che produce quella sofferenza individuale e generale ideale per diffondere propositi di distruzione e morte.

Coltivare i germi dell’insoddisfazione può essere molto più utile alla strategia del terrore. La radicalizzazione dell’Islam divide gli studiosi. C’è chi ritiene che dipenda dalla dottrina (Islam, non dimentichiamolo, significa sottomissione) e chi invece pensa dipenda dal contesto sociale, storico e politico.

Si parla quindi di una radicalizzazione dell’islamismo opposta ad una islamizzazione del radicalismo. 

Comunque stiano le cose, fatto è che le politiche dell’integrazione in Europa, sono fallite. In parte per la scarsa lungimiranza dei politici di una Europa attenta più agli interessi dell’alta finanza che a quello delle genti.

In buona parte perché l’ Islam, che pure vanta una pregevole cultura, sconta secoli di arretratezza in materia di diritti individuali, sacrificati quasi sempre sull’altare di un pensiero magico e primitivo che, permeando quelle società con la pretesa di regolarne ogni minimo aspetto, non ne favorisce ma anzi ne ostacola lo sviluppo.

E con questa situazione che bisogna fare i conti adesso e nel prossimo futuro. E non sarà facile.