Pensioni: uscita a 67 anni dal 2019, il decreto nella Gazzetta Ufficiale. 15 lavori esclusi

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 14 Dicembre 2017 - 11:58| Aggiornato il 2 Ottobre 2018 OLTRE 6 MESI FA
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Pensioni: uscita a 67 anni dal 2019, il decreto nella Gazzetta Ufficiale

ROMA – Pensioni: uscita a 67 anni dal 2019, il decreto nella Gazzetta Ufficiale. A gennaio 2019 scatterà l’aumento di cinque mesi per l’accesso alla pensione. Il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Saranno quindi necessari per l’accesso alla pensione di vecchiaia 67 anni di età mentre per la pensione anticipata saranno richiesti 43 anni e tre mesi per gli uomini e 42 anni e tre mesi per le donne.

Sono esclusi dall’aumento dell’età per la pensione di vecchiaia a 67 anni e dall’incremento di cinque mesi per i contributi necessari alla pensione anticipata nel 2019, i lavoratori impegnati in 15 categorie di lavori gravosi. Si tratta di circa 14.600 persone.

Per rientrare nei requisiti bisogna avere svolto le mansioni gravose da almeno sette anni nei dieci precedenti il pensionamento ed avere un’anzianità contributiva di almeno 30 anni. Dopo la trattativa con i sindacati sulla previdenza alle 11 categorie incluse nell’Ape social si sono aggiunte altre quattro categorie.

NUOVE CATEGORIE: – Operai dell’agricoltura, della zootecnia e pesca – Pescatori della pesca costiera in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative – Lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricomprese nella normativa del decreto legislativo 67/2011 – Marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini ed acque interne

CATEGORIE APE SOCIAL: – Operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici – Conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni – Conciatori di pelli e pellicce – Conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante – Conduttori di mezzi pesanti e camion – Personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni – Addetti all’assistenza personale di persone in condizione di non autosufficienza – Insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido – Facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati – Personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia – Operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.

Il decreto segue l’indicazione Istat di un aumento di cinque mesi per la speranza di vita a 65 anni. Dopo il 2019 la cadenza per l’adeguamento dell’età alla speranza di vita sarà biennale. I lavoratori precoci potranno continuare ad andare in pensione in anticipo rispetto all’età di vecchiaia (ma il requisito richiesto passa da 41 anni di contributi a 41 anni e cinque mesi) purché siano in possesso degli altri requisiti (o ammortizzatori esauriti da almeno tre mesi o invalidi con un grado di almeno il 74% o coinvolti in un’attività gravosa).

La misura infatti è strutturale. Per l’accesso all’Ape social, al momento in sperimentazione fino a fine 2018, bisognerà attendere la proroga dello strumento con uno specifico strumento legislativo.