Prescrizione non è impunità generale. Giustizia lenta, serve certezza giuridica

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 17 Dicembre 2013 - 09:05 OLTRE 6 MESI FA
Prescrizione non è impunità generale. Giustizia lenta, serve certezza giuridica

Un’aula di tribunale

ROMA – Lodevolmente la trasmissione “Report” andata in onda ieri 16 dicembre 2013 su Rai 3 ha affrontato lo spinoso tema della prescrizione.

E’ da tempo che l’istituto è al centro delle polemiche e pare quasi che dalla sua riforma dipenda il funzionamento della giustizia.

Ovvio che è fin troppo facile ed anche un po’ demagogico puntare il dito contro la prescrizione che come è noto, estinguendo il reato e la pena da l’idea di una impunità generalizzata.

E’ sicuramente fuorviante però veicolare l’idea che un processo possa durare sine die, senza che vi sia un termine allo spirare del quale un procedimento possa ritenersi concluso .

Lo impongono ragioni di certezza giuridica oltre che di civiltà .

Del resto è un istituto antico quella della prescrizione , che risale al diritto romano e risponde alla esigenza di porre un freno ai poteri pubblici che potrebbero approfittare di un sistema in cui sia possibile perseguire taluno senza limiti temporali.

D’altro canto questa è la profonda ragione della prescrizione e non certo quello di agevolare o assicurare l’impunità ai fuorilegge .

Da troppo tempo invece si tenta di accreditare l’idea che attraverso la prescrizione si favorisca la criminalità che sarebbe avvantaggiata dalla esistenza dell’istituto.

E’ innegabile poi che qualche volta , un intervento legislativo troppo disinvolto finisca con il favorire qualcuno è ciò non è giusto ovviamente.

E’ errato però sostenere che in un sistema come il nostro dove la percentuale di sentenze riformate nei successivi gradi di giudizio sfiora il 40% , si possa pensare che i termini entro i quali si dovrà definire un processo siano amputati del tempo necessario a esercitare un sacrosanto diritto ad un secondo e perché no, un terzo grado di giudizio.

Come sappiamo, il problema è strutturale ed attiene alla mancata riforma del diritto penale, appesantito da norme che puniscono condotte prive di effettivo disvalore.

Fin quando i tribunali e le procure saranno ingolfate da procedimenti penali francamente insensati, è arduo e del resto non auspicabile pensare che poi un indagato non si difenda nei tempi e con i modi previsti dalle leggi.

Le ragioni di garanzia, spiace doverlo affermare se non altro perché dovrebbe essere evidente , sono superiori a qualsiasi valutazione di opportunità politica.