Riforma Senato. Matteo Renzi inganna: disoccupati, crisi, povertà non spariranno

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 8 Maggio 2014 - 10:13 OLTRE 6 MESI FA

Riforma Senato. Matteo Renzi inganna: disoccupati, crisi, povertà non sparirannoROMA – Chissà se questo continuo riferimento di Matteo Renzi alla “palude” in cui non vuole restare impantanato sia un inconsapevole richiamo a quella fazione che durante la convenzione del 1792 tentò di condizionare l’esito del processo a Luigi XVI. E’ comprensibile che il Presidente del Consiglio voglia svincolarsi dalle manovre parlamentari tese a condizionare la sua azione di governo.

 

Un po’ meno il tono ricattatorio, francamente fuori luogo,  con cui con piglio decisionistico tanto di moda,  il premier vuole liquidare qualsiasi opposizione, in speciale modo quella interna che poi è quella che lo preoccupa di più. Forse Renzi non si rende conto che l’approvazione di una riforma costituzionale  comporta anche una discussione e non solo in Parlamento, perché incide sulla vita politica ed istituzionale di tutto il Paese.

 

Una Riforma della Costituzione va fatta pensando alle prossime generazioni e non si può imbavagliare il dissenso perché è di impaccio alle magnifiche sorti e progressive immaginate dalla leadership attuale. Che poi i problemi del Paese si risolvano attraverso la riforma del Senato,è tutto da vedere. Ora sembra che le grandi difficoltà in cui versa il Paese, dipendano dal (mal) funzionamento del Senato, improvvisamente assurto a ricettacolo di tutti i Mali italiani. Come se i gravi problemi dell’occupazione, dell’economia, della giustizia, dipendano dalla riforma del bicameralismo.

 

Riforma necessaria sì, ma che va discussa su di un piano diverso rispetto ad altre, cogenti e improrogabili, tese a risolvere i problemi degli Italiani. E’ pericoloso oltre che fuorviante veicolare l’idea che la riforma del Senato sia la panacea di tutti i Mali italiani. Questa attiene alla architettura costituzionale che deve tenere conto di qualsivoglia opinione proprio per l’incidenza degli effetti che la riforma è destinata a produrre nel tempo e non certo fino alle prossime elezioni.

 

La smetta dunque Matteo Renzi di ritenere paludosa l’opposizione, da chiunque provenga, e faccia il suo mestiere, che è quello di risolvere i problemi immediati della gente. Per fare il padre costituente ha ancora tempo, anche perché il posto oggi è piuttosto affollato a quanto pare.