Salvini, quando da una spiaggia romagnola in ciabattine e mutande da bagno chiedeva i pieni poteri mai poteva immaginare che poi invece quei poteri li avrebbero dati a Mario Draghi.
Che senza dubbio li sta esercitando in maniera più garbata di come avrebbe fatto il leader leghista. Ma che sono pur sempre poteri (larghissimi) concentrati nelle mani di una sola persona.
Esclusa ogni concertazione, tra i vassalli italico forzuti e gli scudieri italo viventi, il Drago fa un po’ come gli pare.
Certo non gli è d’impiccio un rintronato Salvini, un giorno di lotta, l’altro di Governo, oramai commissariato dal capo delegazione al Governo.
Quel Giorgetti mandatario della potente imprenditoria nordestina. Di cui si è reso garante nella imminenza della grande spartizione dei denari del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Meno ancora è preoccupato dei 5stelle che gli reggono il moccolo. In attesa di maturare qualche soldarello di pensione che gli permetta di continuare a vivere come hanno fatto fino adesso, cioè senza far niente.
Figuriamoci poi se lo impensierisce la sinistra super-europeista folgorata sulla via di Francoforte dal fascino e dalla potenza del liberalismo economico.
E a quanto pare, neanche la destra gli crea problemi. Sa bene che fin quando le truppe meloniane resteranno impiccate alle nostalgie del ventennio fascista hanno la stessa possibilità di governare che ha in futuro Matteo Renzi.
La eccezionalità della situazione (e ancora più la mediocrità della attuale classe politica) in qualche misura giustifica la concentrazione di tanti poteri nelle mani di una sola persona.
Tuttavia mi pare indubbio che sia venuta meno ogni forma di dialettica politica oltre che istituzionale.
Il dream team che affianca Draghi sostituisce il plenum del Consiglio dei Ministri.
All’esame del Governo arrivano provvedimenti impacchettati con su scritto “prendere o lasciare”.
Draghi, con il suo profilo tecnocratico e la sua allure di banchiere super partes, è la ennesima polpetta avvelenata che una stagione politica penosa ci ha lasciato in eredità.