Se Renzi abbandona Nuzzi e Fittipaldi alla Inquisizione…
Pubblicato il 1 Dicembre 2015 - 10:25 OLTRE 6 MESI FA
È un silenzio assordante quello di Matteo Renzi e della sua compagnia di giro su quella burla di processo, sui giornali col nome di Vatileaks, che si sta celebrando in quello staterello di 572 abitanti, quasi tutti maschi anche se indossano le gonne, che è lo Stato Città del Vaticano.
Una Monarchia , quella del Vaticano, che sta alla legalità internazionale come le isole Cayman agli uffici delle Entrate, i cui inquisitori si sono ricordati di essere i tardi epigoni di Tomaso de Torquemada, uno per il quale libri ed opinioni erano strumento del demonio da purificare con feroci auto da fe’, pire infuocate di libri, e spesso insieme con i libri bruciati anche chi li aveva letti o, peggio, scritti.
Papa Francesco I, nel tentativo di farsi perdonare quella che probabilmente è stata l’unica mossa sbagliata del suo pontificato, la nomina di mons. Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui alla COSEA – l’organismo incaricato della riforma dei servizi finanziari del vaticano- dal balcone di Piazza San Pietro, tra una banalità domenicale e l’altra annuncia Urbi et Orbi , teneat risum, che in Vaticano sono stati commessi dei reati.
Che non sono le malversazioni di Bertone e co. ma il fatto che siano state diffuse notizie su di esse.
Alla sbarra finiscono tre agenti vaticani, per i quali non è lecito dubitare della giurisdizione ecclesiale a conoscere delle loro malefatte, e due giornalisti italiani, Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi, non soggetti alla giurisdizione di quello Stato.
Una vicenda dal punto di vista giudiziario molto simile a quella dei Marò, Salvatore La Torre e Massimiliano Girone, in India, sulla quale i governi italiani si sono spesi, seppure inutilmente, molto, trattandosi giustamente di concittadini in attesa di un processo che, per motivi metagiuridici tarda ad arrivare a conclusione.
Tuttavia, il Governo italiano pavidamente tace davanti l’ abusiva pretesa da parte della Santa Sede nel voler processare due cittadini italiani imputati per reati di opinione.
Gli inquirenti Vaticani ribattono che il reato non è la divulgazione della notizia bensi le modalità con cui sono state acquisite.
Ma in questo caso, il bene giuridico protetto dovrebbe essere la sicurezza dello Stato Vaticano e onestamente denunciare quanto accaduto con i fondi dell’Ospedale del Bambin Gesù, stornati per i lavori dell’attico del cardinal Bertone, non sembra possa mettere in pericolo l’integrità dello Stato del Vaticano.
Esistono in altri termini tanti motivi perché il Governo italiano faccia sentire la sua voce in difesa di Nuzzi e Fittipaldi che rischiano fino ad 8 anni di reclusione per aver fatto solo il loro dovere di informare l’opinione pubblica.