Sinistra e non sinistra, il sogno di Craxi, il fallimento di Renzi, speranze di Conte: però Macron è altra cosa

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 24 Gennaio 2021 - 22:17 OLTRE 6 MESI FA
Sinistra e non sinistra, il sogno di Craxi, il fallimento di Renzi, speranze di Conte: però Macron è altra cosa

Sinistra e non sinistra, il sogno di Craxi, il fallimento di Renzi, speranze di Conte: però Macron è altra cosa

Sinistra da spstare al centro, ci ha provato Renzi, ci riuscirà Conte? A bocce semiferme, dopo la inutile sortita di Renzi, ho maturato la convinzione che a lui serva una sinistra che non sia di sinistra. Gli è utile anche una destra estrema. Se non altro per potersi presentare come l’unico argine anti-reazionario. Ed accreditarsi come unico interlocutore credibile agli occhi dei moderati centristi. Un’area sempre coccolata in un Paese che la moderazione sembra averla nel DNA. Tanto è il timore di qualsiasi cambiamento.

Quando Renzi si è impossessato del PD (o almeno pensava di averlo fatto) era a buon punto il progetto di spostare a destra gli eredi del PCI/PDS/DS.

Poi la cosa non gli è riuscita, almeno non del tutto. Ha voluto bruciare i tempi, tentando per via referendaria di imporre una architettura istituzionale. Che avrebbe sconvolto l’impianto Costituzionale. Qualcosa a cui il Paese non era pronto. Soprattutto, non era pronta la sinistra.

Aver personalizzato lo scontro che ne sarebbe seguito, gli è stato fatale.

Non ha dato seguito alla promessa di levarsi dai piedi solo perché ha intuito che c’erano ancora spazi per occupare quel centro moderato che avrebbe dovuto erodere la sinistra.

Il piano alla Macron, per intenderci.

Ma Renzi non è Macron e l’Italia non è la Francia.

E in Francia la sinistra non è più al Governo ma non è affatto scomparsa, anzi. Adesso pare che quell’idea di depotenziare la sinistra, vecchio sogno socialista che si è arenato su una spiaggia di Hammamet, interessi, e pure molto, al principale tra i competitor di Renzi: Giuseppe Conte.

Quei continui riferimenti del Premier  a “quell’area centrista, liberale e cattolica”, che nell’immediato dovrebbe salvare il Governo sostituendo nella maggioranza i renziani, tradiscono l’ansia tutta italiana di occupare il “centro” raggruppando tutte le forze moderate.

Quelle insomma che sono state e sono ancora buone per tutte le stagioni.

E chi meglio di Conte, in questo momento, per realizzarlo?

Ci sarebbe di mezzo il Movimento 5stelle con i loro velleitari propositi di rinnovamento, quelli che si dicono “né di destra né di sinistra”, finendo con l’essere l’uno e l’altro.

Quelli che avrebbero aperto il Parlamento come una scatoletta di tonno e poi, dentro quelle aule si sono chiusi a doppia mandata.

Ma in fondo, hanno già governato con la destra e poi con la sinistra. Naturale che uno si chieda perché mai non dovrebbero farlo con il Grande Centro Moderato.

Che sarebbe peraltro guidato da Giuseppe Conte, che loro, per non essere né di destra né di sinistra, hanno messo al centro di qualsiasi progetto politico oggi in Italia.

Per dire come stiamo messi.