Antonio Razzi, un attore di strada. Antonio Albanese ha fatto il suo tempo

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 14 Agosto 2014 - 11:52 OLTRE 6 MESI FA
Antonio Razzi, un attore di strada. Antonio Albanese ha fatto il suo tempo

Antonio Razzi

ROMA – Sergio Martino, regista ignoto ai più, non passerà alla storia come un Federico Fellini o un Pierpaolo Pasolini, ma certo ha un talento non disprezzabile. Chiamare sul set Antonio Razzi, parlamentare Pdl e comico involontario, è un’idea che vale e valorizza i suoi precedenti film di svago. Fellini e Pasolini pensarono agli attori di strada per raccontare il loro tempo. Martino ha intuito che oggi non c’è “strada” più veritiera del Parlamento, altro che neorealismo. Se il popolare Lino Banfi è l’Italia vista dal basso, Razzi è l’Italia vista dall’alto delle istituzioni più sacre.

Il regista de “L’allenatore nel pallone” ha trovato in Razzi un protagonista del nostro tempo nella sua carnalità quotidiana. Basta finzione! Non serve più un Antonio Albanese versione Cetto Laqualunque che reciti la parte dell’onorevole in versione caricaturale. Perché cercare un imitatore, quando gli originali si sprecano? Razzi, cittadino elvetico-abruzzese, riassume in sé la politica e la comicità in maniera autentica e genuina. Meglio di Beppe Grillo, che è leader ma resta fuori del Parlamento a recitare da comico. Meglio di Crozza, che rimane un imitatore, per quanto eccellente.

La notizia di Razzi attore non sorprende neanche tanto. Lui impersona la caricatura dell’onorevole, che neanche Alberto Sordi nei suoi memorabili film. E, sempre Razzi, racconta la storia degli ultimi vent’anni dell’Italietta politica con le sue opere e le sue gesta, per davvero. Oggi berlusconiano di acciaio, Antonio Razzi, fu inventato da Antonio Di Pietro, il magistrato molisano, eroe di Mani pulite, inventore dell’Italia dei Valori. I due si capirono perché parlano lingue simili, l’abruzzese e il molisano, ma si separarono davanti alle opportunità che la politica offre, se presa nella sua brutale concretezza. Insomma, ognuno per la sua strada e per gli affari suoi. Se Razzi continua lo spettacolo da protagonista è perché Di Pietro è stato travolto dalla sua ambizione di padroncino del vaporetto. Razzi no. Ha capito che doveva galleggiare ed essere autentico nella sua esibizione. Niente sofismi, meglio la parolaccia, se serve.

Adesso l’onorevole si candida ad essere insieme Banfi, il nonno buono e il comico irriverente. Ma non sarà finto, sarà se stesso. Martino dovrà soltanto azionare la macchina da presa. Antonio Razzi sarà Antonio Razzi, come lo è al Parlamento o in spiaggia a Pescara. Il successo è assicurato.