Beppe Grillo, Berlusconi (bis), Di Pietro (esce): tre leader padroncini

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 29 Giugno 2013 - 12:21 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo, Berlusconi (bis), Di Pietro (esce): tre leader padroncini

Antonio Di Pietro, con Berlusconi e Beppe Grillo sono i tre padroncini della politica italiana (foto LaPresse)

Silvio Berlusconi rifonda Forza Italia, Antonio Di Pietro molla la sua Italia dei valori. Che strana storia, questa dei due leader-simbolo del cambiamento che mai ci fu. Il magistrato-poliziotto che affondò il coltello nella piaga della corruzione e l’imprenditore che volle rifondare l’Italia liberale. Le inchieste di Tonino il molisano e le tv di Silvio il brianzolo: idealmente uniti, i due, allora per diventare nel corso di questi vent’anni acerrimi nemici. Idealmente uniti, i due, ancora oggi nella sconfitta.

Berlusconi, pluricondannato, che si aggrappa ancora alla sua vecchia creatura, Forza Italia, per resistere alla decadenza politica e umana che lo insegue.

Di Pietro “espulso” dal partito che aveva fondato, partito personalissimo e sul modello forzista di Arcore, travolto egli stesso dal malcostume della politica. Una sola differenza: Silvio succede a se stesso, nonostante lividi e condanne. Di Pietro lascia il campo al partito di Beppe Grillo e da questo si aspetta un po’ di benevolenza, che non ci sarà.

Qui finisce la stagione generata dalla prima “Mani pulite“, che ha generato a sua volta altre innumerevoli Mani pulite ed ha ingoiato coloro che promettevano la rinascita di questo Paese.

Parole d’ordine che hanno generato il nulla che viviamo. Le Rivoluzioni parallele ci lasciano un’Italia messa peggio di prima, un governo forzoso che mette assieme i nemici di prima, una sinistra allo sbando e una destra che non esiste.

E ci lasciano milioni di cittadini che furono complici delle politiche sbagliate, delle Rivoluzioni immaginate, dei leader-padroncini, e che oggi non vanno più neanche a votare. Neanche per Beppe Grillo che voleva essere l’ultimo mohicano dell’antipolitica e si è rivelato un leader-padroncino anche lui.

Ma, come se niente fosse accaduto, da oggi risentiremo l’inno di Forza Italia inneggiante al Sultano di Arcore, le prediche di Tonino contro i corrotti, gli anatemi di Beppe Grillo che annuncia il diluvio dopo di lui. Come se niente fosse, continueremo a scivolare nella melma, col povero Enrico Letta che tenta di tenere a galla una barchetta piuttosto zavorrata.