Berlusconi? Lauro mezza Imu ce l’avrebbe restituita prima del voto

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 4 Febbraio 2013 - 11:07| Aggiornato il 24 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’attempato Cavaliere Silvio Berlusconi somiglia sempre di più al vecchio Comandante Achille Lauro, il Re di Napoli, erede politico del Borbone, monarchico per fede, fondatore del fenomeno politico-clientelare che va sotto il nume di “laurismo”. Populista per antonimasia, il Comandante usava il voto di scambio impunemente, si faceva eleggere sindaco di Napoli o parlamentare, come ne aveva voglia e convenienza. La sua flotta era il simbolo dell’ultima Napoli eduardiana, nel senso di De Filippo. Se non si rivoltasse nella tomba, si potrebbe definirlo una sorta di Berlusconi ante-litteram. O, se non fosse sacrilego nei suoi confronti, si potrebbe parlare di Berlusconi come di un Lauro in ritardo con la storia, anche se non così in ritardo con questa Italia.

Eppure, fra i due caudilli de’ noantri una differenza c’è. E questa cosa di Berlusconi che restituisce in contanti l’Imu del 2012 ferma l’immagine come in una fotografia. Si racconta -e non è leggenda- che Lauro, in prossimità del voto, usasse promettere un paio di scarpe o diecimila lire o un tot di pasta. Ma non lo diceva alla tv né firmava “contratti con i napoletani”.

Lauro andava al sodo, a sentire i testimoni di allora. Una scarpa prima del voto e una dopo, la carta-moneta da deicimila lire strappata a metà e distribuita in due tranches, persino la pasta divideva a metà. Il sistema funzionava (finchè funzionò), ma i napoletani mai si fecero fregare sul compenso al dovere nell’urna. Non su quello, almeno. Per il resto il laurismo” lasciò macerie che -per esagerazione- si possono vedere ancora oggi sotto il Vesuvio. Ma sul voto, no, i napoletani non si facevano fregare.

Berlusconi è riuscito a fregare tutti gli italiani, non solo i napoletani, con vent’anni di promesse e di contratti da Vespa. Perchè il Cavaliere pensa più in grande del Comandante. Certo il vecchio Lauro non aveva le tv, e il suo Napoli poteva svolgere il lavoro che adesso svolge il Milan. Nel 1952 Lauro spese 105 milioni di lire per comprare lo svedese Hasse Jeppson dall’Atalanta, l’latro ieri Berlusconi ha preso Ballottelli dal Manchester City per 20 milioni di euro. Ma per il resto, l’orizzonte dell’armatore era limitato a un quartiere del mondo rispetto all’orizzonte del Silvio nazionale.

Eppure, qualcosa il Cavaliere ha da imparare dal Comandante. Anticipi metà dell’Imu del 2012, e si riservi il saldo al dopo vittoria elettorale. Potrebbe sconvolgere tutti i pronostici e mettere sotto Bersani e Monti, distruggere gli orrendi Casini e Fini, beffare Grillo e Ingroia. Brunetta, il pensatore del programma economico, potrebbe lanciare la proposta. Sarebbe un bel segnale di fiducia del Cavaliere verso il popolo. O forse Silvio non si fida del popolo? Sarebbe una buona ragione. Ma perchè non provarci? Lauro si fidava del suo popolo.