Coronavirus, di che morte morire? Dibattito allo specchio: vivere o lavorare, messa o funerale?

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 30 Aprile 2020 - 11:09 OLTRE 6 MESI FA
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Coronavirus, di che morte morire? Dibattito allo specchio: vivere o lavorare, messa o funerale? (Foto d’archivio Ansa)

ROMA – Coronavirus. Comincio ad avere qualche problema di comprensione, fino a non essere d’accordo neanche con me stesso.

Cambio canale quando arriva l’ora del dibattito o della conferenza stampa, tanto è sempre la stessa solfa. Nessuno riesce a convincere nessuno.

Giuristi di alto rango spiegano, con la dovuta sapienza, che la Costituzione prevede lo stato di emergenza solo per la guerra. 

Dicono che forse e senza forse con la pandemia stiamo esagerando nella limitazione di libertà di movimento e di quant’altro ancora.

Per gli studi di giurisprudenza che ho fatto, trovo che l’appunto non faccia una piega. Mi domando se con il Virus non arrivi il golpe di Conte.

Anche l’appunto all’eccesso di multe troppo salate ai trasgressori mi pare fondato. E gli obbedienti mi appaiono come i secchioni a scuola.

Poi c’è la domanda delle domande. Meglio morire di Coronavirus o morire di fame? Ma perché si può scegliere?

Onestamente io non saprei scegliere. Potendo, mi eviterei ambedue le eventualità. 

La vexata questio della libertà di culto garantita dalla Carta vale più del diritto, a Dio piacendo, di evitare il camposanto anzitempo?

Insomma, un po’ gli esperti di Costituzione, un po’ gli specialisti di virologia, un po’ il casino della politica, un po’ di tutto mi sta mandando in confusione.

Ormai mi faccio i dibattiti allo specchio e non arrivo a nessuna conclusione. 

Almeno evito -come diceva una vecchia battuta- quelli che ti spiegano le tue idee senza fartele capire.