Coronavirus, i morti sono tutti uguali, ma il 25 aprile no

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 24 Aprile 2020 - 13:05 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus Italia, i morti sono tutti uguali, ma il 25 aprile no

Coronavirus, i morti sono tutti uguali, ma il 25 aprile no (Foto d’archivio Ansa)

ROMA – Coronavirus. Senza tomba e senza nome, senza funerali e senza onori, i poveri morti del Coronavirus.

Mai fu tanto reale la Livella del Principe Totò.

Non contano i natali, non le ricchezze, non i titoli, non la fama.

I morti sono tutti eguali.

Eppure, nella memoria dei vivi, i morti non sono tutti uguali.

Sono giorni strani. Siamo tutti stupiti e impauriti, rinchiusi nel nostro egoismo, tanto non è toccata a noi…..Facciamo le corna.

Ma stupiti c’è da essere ancor più davanti al goffo cinismo di chi, approfittando del comune smarrimento, tenta di riscrivere la storia patria. 

Vedo che a destra ci riprovano a confondere le acque di un passato che li riguarda, come i padri riguardano i figli. Questione di Dna.

L’equazione è da imbonitori che vendono merce taroccata.

Se sono tutti uguali i morti di Coronavirus, perché non lo dovrebbero essere quelli delle guerre?

Perché distinguere fra caduti fascisti e antifascisti? E perché fare differenze fra nazisti ed ebrei?

Mi si rafforza la convinzione che il Coronavirus faccia male ai polmoni ma anche al cervello.

Ammesso che abbiano un cervello quelli della livella fra vittime e carnefici.

Non amo la retorica, ma trovo una bizzarra furbata trasformare il 25 Aprile in un 2 Novembre di tutte le guerre, di tutti i caduti, a prescindere.

So bene che la Liberazione e la lotta partigiana sono state l’orgoglio del nord e che al Sud arrivò di striscio.

Ma l’Italia era ed è una dalla Sicilia alle Alpi.

So bene che senza gli eserciti angloamericani, i partigiani non sarebbero bastati. 

Ma questo non cancella il sacrificio di chi è morto dalla parte giusta. 

I nostalgici di Predappio e dell’olio di ricino cerchino di farsene una ragione.

I morti per un’idea sbagliata hanno diritto, come tutti, alla umana e cristiana pietà.

Ma le vittime non possono essere “livellate” ai carnefici come per un banale equivoco della storia.