Berlusconi. Pentiti e escort, penitenti in fila da Santoro

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 20 Ottobre 2013 - 06:31 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi. Pentiti e escort, penitenti in fila da Santoro

Michele Santoro

Michele Santoro, gran professionista e abile editore di se stesso, già dai tempi di “Samarcanda” ha capito che la televisione si fa sulle debolezze degli uomini, non sulla loro forza. Né più né meno, come Silvio Berlusconi. Indimenticabile il duetto fra i due a “Servizio pubblico” prima delle elezioni di febbraio scorso. Tutto si tiene, e ha voglia Marco Travaglio a buttarla in sfottò sempre più acidi: resterà una spalla di Santoro nel rimestare nel bidone della vita privata di Berlusconi, dei suoi vizi e della sua vecchiaia già libertina.

Lo show-man della sinistra dura e pura ha compreso meglio di Travaglio e degli altri antiberlusconi di professione la sublime utilità del cavallo di Troia scappato da Arcore o dalle altre stalle ritenute contigue al malaffare. Che cosa c’è di meglio che mettere gli ex-servi contro il vecchio padrone?

O le donne di parca virtù contro l’utilizzatore finale? O i pentiti contro le organizzazioni mafiose di provenienza?

Di meglio c’è l’uovo di Colombo, forse. Ricordate Massimo Ciancimino? Figlio di mafioso conclamato e a sua volta sospetto di mafia, si pente e si converte. Per comunicare all’Italia il suo ravvedimento, che cosa fa?

Va da Michele Santoro. Una serata da lui può valere un’assoluzione, ché la tv la seguono tutti e assai più dei processi. Non appena santificato, il figlio d’arte di don Vito Ciancimino ricade nel peccato e nella rete della giustizia. Pentito? Ma quando mai! Poi arriva la stagione delle escort arcoriane, di Giampaolo Tarantini, della signora Patrizia D’Addario, delle ragazzotte baresi che frequentavano Palazzo Grazioli, del senatore Sergio Di Gregorio…. Insomma, ogni settimana ce n’è una. Santoro mette al centro dell’attenzione del Paese i temi della politica, sicché il devoto pubblico si convince che politica è tutto ciò che riguarda i vizi dell’Imperatore, la sua camera da letto e il suo lussuoso cesso (ripreso con i telefonini dalle ragazze in cerca di gloria).

Il luogo di Santoro diventa il Confessionale d’Italia, dove i Cattivi diventano Buoni e raccontano come sono cattivi gli altri. Un lavacro per togliersi di dosso la puzza del passato. L’ultimo caso è esemplare. Michelle Bonev racconta “lo squallore” e tutto il peggio del Cavaliere, della sua nuova fiamma Francesca Pascale, che risponde con una querela da 10 milioni di euroi.

Segue sfilata dell’indignazione nel Pdl, senza distinzioni di alfaniani, verdiniani, mezzi-e-mezzi. Un’altra trasmissione di “politica”, un’altra ventata di popolarità per il Michele nazionale, un’altra Grande Pentita che straccia il velo di Arcore.

Per Santoro, non basterebbe il labiale di Enrico Letta all’indirizzo di Berlusconi. Un grande.