Recovery fund, Conte porta in Italia 209 miliardi ma Salvini non li vuole

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 21 Luglio 2020 - 20:19 OLTRE 6 MESI FA
Recovery fund, Conte porta in Italia 209 miliardi ma Salvini non li vuole

Recovery fund, Conte porta in Italia 209 miliardi ma Salvini non li vuole

Recovery Fund porterà all’Italia più di duecento miliardi di euro, buona parte a fondo perduto, il resto da restituire a interessi vicini allo zero.

Recovery fund. Qualunque italiano di intelligenza media, tranne Tafazzi, sarebbe contento. Naturalmente, chiunque ti regali o ti presti soldi pone qualche condizione. La beneficenza, come i pasti gratis, non esiste nei rapporti fra Stati. Può esistere fra amici che sborsano di tasca propria. È altra cosa.

L’Europa, quando mette mano al portafogli, lo fa con i soldi dei cittadini che pagano le tasse. Dunque deve farlo a determinate condizioni. La catastrofe del Coronavirus ha allentato i cordoni della borsa, ma non li ha aboliti.
Non sorprende, dunque, la divergenza di opinioni nell’Unione europea. Come non sorprende qualche resistenza dell’Olanda. Il premier Rutte ha alzato il muro finché ha potuto. Anche lui ha i suoi sovranisti minacciosi da accontentare.

Conte, nel duello con Rutte, ha tenuto la linea per la ragione contraria. Il premier italiano aveva il compito di scontentare i sovranisti, per evitare rigurgiti contro l’Europa e contro l’euro. L’obiettivo è stato centrato.
Naturalmente, il sovranista in capo Salvini non l’ha presa bene.

Conte porta a casa oltre duecento miliardi. Lui che cosa porta? Il solito mare di parole, dice: una grossa fregatura. Avercene di fregature così, e lo sa anche lui.

Allora il dittatore di Papete tira fuori l’asso dalla manica. L’Ue ci porrà condizioni pesanti che metteranno sul lastrico, questo il succo del ragionamento. Forse Salvini non ha tutti i torti, ma dipende dagli italiani.
Cioè. Il fiume di soldi che arriva da Bruxelles ha la condizione unica di modernizzare il nostro Paese, parecchio indietro. Che significa snellirlo e liberarlo di lacci e lacciuoli burocratici dei quali ognuno si lamenta ogni santo giorno.

Basta rileggere le recenti cronache, proprio del tempo Coronavirus. I siti bloccati dell’Inps, le lungaggini per i sussidi, le burocrazie a fare da ostacolo, i pasticci nella decisioni per la stessa sanità.

È la nostra occasione per crescere. E ci pagano pure per farlo. Dice un mio amico imprenditore globale: se per diventare un Paese moderno ci vorrà la Troika, ben venga la Troika. Credo che non sia soltanto un paradosso del mio amico.