Germania: Npd fuorilegge? Contro il partito neonazista schierati tutti i Länder

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 7 Dicembre 2012 - 08:00| Aggiornato il 13 Dicembre 2012 OLTRE 6 MESI FA

BERLINO – La Germania vuole mettere al bando il partito di estrema destra, Npd, una sorta di “Alba dorata” in un Paese che però non vuole più veder risorgere quel tipo di sole. Per ora c’è il sì dei presidenti delle Regioni, i Länder, al quale già dal prossimo 14 dicembre potrà seguire il sì del Bundesrat, la camera alta. Se dirà di sì anche il Bundestag, la Camera alta, la palla passerà alla Corte Costituzionale tedesca, che avrà la parola finale.

Il Partito Nazional Democratico Tedesco, il Nationaldemokratische Partei Deutschlands è nato nel 1964 sulle ceneri del Sozialistische Reichspartei Deutschlands, il Partito socialista del Reich tedesco, fondato a sua volta nel 1949 e già allora apertamente filo-nazista.

In più occasioni le autorità tedesche hanno tentato di mettere il Npd fuorilegge, l’ultima nel 2003. Stavolta i ministri degli interni dei Länder, gli Stati federali, gli unici ad avere poteri di polizia (in Germania non esiste una “polizia di Stato” ma tante “polizie degli Stati”) hanno commissionato un rapporto dettagliato sul Npd. In 141 pagine il Partito nazional-democratico viene accusato di avere “posizioni antisemite, razziste e xenofobe” e di essere parente stretto del nazismo.

Politici ed esperti di diritto hanno discusso più di un anno sull’ipotesi di dichiarare fuorilegge il Npd, che è rappresentato in due stati federali dell’est, la Sassonia e il Meclemburgo-Pomerania Anteriore, e che, come partito legittimato dal voto popolare, è finanziato in parte da soldi pubblici, ovvero dalle tasse pagate da tutti i tedeschi.

Mettere al bando il Npd è diventata una questione sempre più presente nel dibattito pubblico dopo che si è scoperto che c’era un gruppo di terroristi nazisti, Nsu, National Socialist Underground, dietro l’assassinio di nove negozianti immigranti e di una poliziotta, una sequenza di omicidi iniziata nel 2000, sulla quale si è indagato per oltre un decennio senza trovare nessun colpevole.

Inoltre è venuto fuori che l’ex segretario del Npd in Turingia, Ralf Wohlleben, avrebbe aiutato i terroristi nazisti: “Concorso in omicidio” è l’accusa con la quale è stato rinviato a giudizio.

Nel rapporto sul Npd si citano i discorsi incendiari e gli articoli di oltre 400 membri del partito. Ma lo stesso rapporto avverte che intraprendere un’azione legale per mettere fuorilegge il Npd non sarà facile.

Nel 2003 il tentativo fallì. L’iniziativa portata avanti dal governo rosso-verde guidato da Gerhard Schroeder andò a sbattere contro un “no” della Corte Costituzionale tedesca, l’unico organo che aveva il potere di dichiarare incostituzionale – e quindi fuorilegge – il Npd.

Il motivo del “no” erano gli informatori che lo Stato aveva infiltrato nei ranghi del Npd, agenti che di fatto ne controllavano e indirizzavano le politiche del partito. Insomma per la Corte era inutile mettere i neonazisti fuorilegge, tanto non sarebbero stati in grado di offendere.

Per prevenire un altro fallimento, le autorità hanno rotto ogni legame con gli informatori presenti all’interno del partito. Ma a sua volta il Npd ha anticipato le mosse di chi vuole metterlo fuorilegge, presentando il 12 novembre un ricorso alla Corte costituzionale in cui chiede una “certificazione della sua legittimità democratica”.

Si tratta di una mossa del tutto inedita per un partito, dalla nascita della Repubblica federale. I nazionalisti tedeschi sostengono, in sostanza, che chi afferma che la loro esistenza nel panorama dei partiti politici sia anticostituzionale lede i loro stessi diritti. Si appellano all’articolo 19 della Costituzione tedesca, col quale si sancisce che “chiunque venga colpito nei suoi diritti dalle autorità pubbliche, può adire alle vie legali”.

Lo schieramento che sta portando avanti l’azione contro il Npd, che ha l’appoggio fra gli altri del Concistoro degli ebrei tedeschi, deve fronteggiare non solo l’astuta mossa d’anticipo dei nazionalisti ma anche lo scetticismo della cancelliera Angela Merkel, del ministro degli Interni Hans-Peter Friedrich e di quello della giustizia Sabine Leutheusser-Schnarrenberger. Non sono certo dei filo-nazisti ma temono che questa iniziativa risvegli un partito fino ad ora inoffensivo perché reduce da scarsi risultati elettorali.

Nel 2003 successe proprio questo: il Npd uscì non solo legittimato costituzionalmente dalla Corte ma anche più forte nelle urne elettorali. Il capo dei nazionalisti, Holger Apfel ha già dichiarato che, come nel 2003, “lo Stato tedesco uscirà da questa vicenda di nuovo col naso insanguinato”.

D’altro canto i sostenitori dell’iniziativa contro il Npd pensano che non dimostrare la compattezza delle istituzioni contro l’estremismo di destra in realtà può incoraggiare i nazionalisti-nazisti a rialzare la testa, in un momento che è molto complicato soprattutto se si guarda alla minaccia di Alba Dorata in Grecia. Quello di Hitler, alla fine, era un partito che vinse regolari e democratiche elezioni.