Monti-Merkel-Sarkozy: un vertice cordialmente fallito

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 24 Novembre 2011 - 18:56| Aggiornato il 13 Dicembre 2012 OLTRE 6 MESI FA
Merkel-Sarkozy-Monti alla “Trilaterale” di Strasburgo (Lapresse)

STRASBURGO – Il vertice a tre Francia-Germania-Italia è stato un fallimento. Nicolas Sarkozy, Angela Merkel e Mario Monti, i tre del “devo ma non posso“, non sono d’accordo su nulla e questo non è un gran risultato per il mini summit che voleva fare da cabina di regia per far ripartire l’Europa. La novità Monti ha finito per distrarre tutti dalle reale esito della “trilaterale” di Strasburgo.

Monti “distrae” perché non è Berlusconi, perché non c’è più la tensione degli ultimi incontri fra l’ex premier italiano e i suoi omologhi francese e tedesco. Sarkozy era arrivato a ridere di Berlusconi ammiccando alla Merkel, a snobbarlo evitando di salutarlo all’ultimo G20, a definirlo “patetico”. Invece con Monti il francese è tutto sorrisi, strette di mano e calorosi “Mario”. La Merkel, che non ha mai nascosto il suo disagio in presenza di “Mister cucù”, abbandona il suo atteggiamento da maestrina (del resto, come potrebbe con un professore…). Il clima, davanti alle telecamere, era senza dubbio disteso, peccato che non si è trattato di un party né di una premiazione.

Né, come un po’ è sembrato leggendo i titoli dei giornali italiani, si trattava della presentazione ufficiale del fidanzatino Monti a mamma Merkel e papà Sarkozy. Certo “mamma e papà” preferiscono questo con l’aria da secchione a quell’altro con l’aria da birbante. Monti si è presentato con un programma di riforme che dicono abbia “impressionato” la Merkel. Ma era ancora un programma e non già delle riforme. E poi non era solo la “benedizione” di Monti il motivo che ha fatto incontrare i tre capi di governo a Strasburgo. Si doveva trovare un punto di incontro su tre questioni: il ruolo della Bce come banca compra-bond e salva-debiti, gli Eurobond come rimedio alla crisi dei debiti pubblici degli stati europei, l’unione fiscale come prospettiva.

E su queste tre non secondarie questioni si è scoperto che Merkel e Sarkozy, quando non devono unirsi per sgridare l’Italia o la Grecia, non vanno per niente d’accordo. Le Monde registra tutta l’irritazione di monsieur le president.

I tre leader – scrive il giornalista Arnaud Leparmentier – ”hanno deciso (nella conferenza stampa congiunta dopo l’incontro) di non parlare della Bce. Ufficialmente, per rispettarne l’indipendenza, in realtà, perché sono in disaccordo totale sul ruolo che deve assumere l’organismo per salvare l’euro”. Sarkozy, spiega ancora il giornalista de Le Monde, vuole che la Bce ”voli in soccorso degli Stati in fallimento. Monti non vuole, ma difende l’idea di avere gli eurobond per ripartire il rischio finanziario in Europa. Merkel non vuole cedere sulla Bce né accettare gli eurobond, accusati di azzerare le pressioni dei mercati sui Paesi meno virtuosi”.

I tre sarebbero d’accordo sulla prospettiva di un’unione fiscale europea, ma non su come attuarla.

Le Monde ricorda anche che a Strasburgo la Merkel ha esaltato la politica Ue ”della concorrenza, facendo così grande piacere a Monti, ex commissario alla concorrenza, ma anche grande fastidio a Sarkozy, che detesta questa politica della concorrenza e vuole ridare potere ai politici”.

Ma Sarkozy, alla vigilia dell’incontro, aveva dichiarato che bisognava agire rapidamente, perché “da questa crisi o ne usciamo insieme o moriremo” (come Europa, intendeva). Sarkozy che vede lo spread, la differenza di rendimento, fra i btf francesi e i bund tedeschi salire a 180 punti. Sarkozy che teme che le agenzie di rating tolgano la “tripla A” al debito pubblico della Francia, proprio in questi mesi di campagna per le presidenziali.

Invece è andato a sbattere contro il “no” di Monti sulla Bce e i due “no” della Merkel. Ma l’impressione è che si faranno male tutti.