Arroganza paga, Barbara Lezzi e Laura Castelli sulla scia (chimica?) di Di Maio e Di Battista

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 7 Febbraio 2019 - 06:23| Aggiornato il 7 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA

Fino a quando il cielo, un terremoto o un’epidemia non ci libereranno di questi gialloverdi, bisognerà rassegnarsi a vivere in un’Italia demente, ai limiti del consorzio umano comunemente accettato, sospira sconsolato Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business.

Prima, però, due citazioni positive. Raffaele Cantone, presidente dell’Anticorruzione se ne va: inutile perdere tempo con questa gente. E’ il primo grand commis che saluta e toglie il disturbo, lasciando questi sciamannati al loro destino. Troveranno qualche geometra già condannato da mettere al suo posto.

La seconda citazione è per quell’anonima famiglia di Catania che, passata la bufera, si è presentata spontaneamente ai piedi della Sea Watch recando per l’equipaggio vassoi di dolci fatti in casa. Non siamo tutti Salvini, evviva.

Per il resto siamo alla solita zuppa. La nota Barbara Lezzi, della quale sono ignote però le imprese e gli scritti, si permette di contestare Carlo Cottarelli, laurea alla London School e per anni direttore dipartimento fiscale del Fondo monetario internazionale, uno dei migliori economisti di cui l’Italia disponga (non a caso Mattarella gli voleva affidare la guida del governo).

In pratica segue a ruota la commercialista Laura Castelli, che con i suoi occhialini sulla faccia da topino, urla in faccia a Piercarlo Padoan, ministro dell’economia e titolare di diverse cattedre all’estero: “Questo lo dice lei”, insomma, balle.

La Castelli, che contende a Toninelli il primato per il maggior numero di cazzate all’ora, deve il posto che ha (vice-ministro dell’economia) al solo fatto di essere una super-fedele di Di Maio e di essere stata una scatenata marciatrice no Tav. Altre qualità non si conoscono.

Entrambe, però, hanno imparato una cosa: l’arroganza paga. Nessuno che li butti fuori dagli studi televisivi (anzi, signora mia…), nessuno che li rimandi a scuola (magari proprio da Cottarelli). Non sanno niente, zero, ma trattano qualsiasi competente da cretino: in questo modo delle nullità sono arrivate al governo. Come il loro leader Di Maio che ancora confonde Cile con Venezuela, e altro ancora.

Ultima annotazione semi-seria. Nessuno, dico nessuno, comuni, regioni, Caritas è entusiasta del reddito di cittadinanza. Tutti dicono che è una boiata pazzesca e che non  funzionerà mai. In tv spiegano come fregare i controlli (facilissimo). Gli unici soddisfatti sono i 5 stelle, che sperano con la distribuzione prima delle elezioni di questi 5 miliardi di non precipitare sotto il 20 per cento e quindi di sparire dalla scena.

Nel week end viaggio a Parigi (Di Maio-Dibba) per incontrare gli scassavetrine dei gilet gialli: grande sintonia. Ma persino i gilet gialli non se li cagano, troppo ministeriali.

Che dire? Gli italiani, purtroppo, li hanno votati in massa. Bisognerà tenerseli. Insieme alla Raggi e alla Appendino, che stanno affondando due città meravigliose: adesso anche il Toronto Star descrive la città eterna come una cloaca a cielo aperto.