Beppe Grillo abbandona Di Maio e Di Battista per Piercamillo Davigo

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 29 Maggio 2017 - 06:10 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo abbandona Di Maio e Di Battista per Piercamillo Davigo

Beppe Grillo abbandona Di Maio e Di Battista per Piercamillo Davigo (Foto Ansa)

ROMA – Beppe Grillo lascia indietro Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio e tutti i giovanissimi per puntare su un nome autorevole come candidato premier del Movimento 5 stelle: quello del magistrato Piercamillo Davigo. E’ quanto scrive Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato su Uomini & Business con il titolo “Via Di Maio, Di Battista e tutta la banda degli ignoranti. Il leader sarà Davigo” che qui riprendiamo

Per capire Grillo bisogna dimenticarsi di Grillo. Della sua chioma bianca, delle sue urla sempre un po’ isteriche, delle sue scemenze raccolte di notte, vagando sulla Rete. Degli insulti ai luminari della scienza (da Veronesi a Rita Levi Montalcini). Insomma, bisogna mettere da parte il grillismo esibito sulle piazze, su blog e in televisione.

E bisogna concentrarsi sui ragazzi della Casaleggio & Associati. Questi ragazzi, il vero motore del Movimento, non sanno quasi niente, non hanno mai fatto politica, a stento hanno sfogliato i regolamenti parlamentari e la legge elettorale. Sulla Costituzione hanno più dubbi che certezze. Ma sono bravissimi in una cosa: il marketing. Il loro è un marketing grossolano, immediato, istintivo, ma spesso ci prendono. Anni fa, ad esempio, hanno individuato nella corruzione dei politici (molto amplificata) un motivo di malcontento della gente. E allora via con “l’onestà tornerà di moda” (ormai in proporzione hanno quasi più inquisiti loro che il Pd, ma lo slogan funziona sempre).

Poi si accorgono che esiste un’Italia sotterranea che non si fida dei medici e delle medicine. E fondano un sito apposito per diffondere la più ampia collezione di bestialità mediche dell’universo. La loro tecnica è il martellamento, tutti i giorni per anni e anni. Finisce che per far vaccinare i bambini lo Stato deve varare una legge apposita mentre altrove la gente si vaccina perché non è mica stupida. Quando capiscono che questa battaglia è persa, tentano un’ultima sortita: “Ma i vaccini devono essere gratis”. Peccato che in Italia lo siano da sempre, ma loro non lo sapevano, come non sanno niente di quasi tutto il resto.

E sorvoliamo sul reddito di cittadinanza, una delle scemenze più colossali. Persino il papa si è sentito in dovere di dire loro di smetterla con questa cretinata. Ma arriviamo alle candidature. Il personaggio che fa più pena è il povero Luigi Di Maio: per due anni gli hanno fatto credere che lui sarebbe stato il candidato premier. Non sa la geografia, non sa la storia, ignora che cosa sia un congiuntivo (insomma non sa scrivere e parlare in italiano corretto), ma sa che un futuro presidente del Consiglio deve avere un minimo di aplomb, e allora completi grigi e blu, camicia bianca e cravatta anche un agosto. Dichiarazioni rilasciate con il tono di chi presto avrà tutto il potere in mano. Idem i suoi compagni di avventura, Di Battista e Roberto Fico. Il primo, avendo fatto un po’ il vagabondo nel mondo e avendo parlato a lungo con le scimmie urlanti (o urlatrici?), già si sentiva ministro degli esteri. Il secondo non è chiaro dove si collocasse, ma comunque in alto. Anche lui, come gli altri due e come la lunga fila di personaggi che sembrano usciti da una commedia dell’arte, erano, secondo Grillo i “ragazzi meravigliosi”, destinati quindi alle più alte cariche dello Stato.

Per guadagnarsi il posto, i poveretti, invece di studiare, sono saliti sui tetti di Montecitorio, sono andati sulle piazze e in tv, a recitare le bugie inventate dallo staff della Casaleggio Associati. Ma poi, zac, è scattata la mannaia. Lo Staff e Grillo questi qui, i meravigliosi ragazzi, non li vogliono più. Hanno capito persino loro che non si può mandare Giggino Di Maio (detto anche “primaredditozero”) a parlare con la signora Merkel o con Macron. Probabilmente lo farebbero rinchiudere immediatamente in una scuola differenziale. Di Battista all’Onu e alla Casa Bianca, invece, sarebbe stato materiale per i commessi. Insomma, nemmeno Grillo può pensare di mandare questa gente al governo invece che a faticare nei campi.

Inoltre dal marketing arriva un suggerimento: la gente continua a essere incazzata per la corruzione dei politici. E allora il Movimento vince se presenta come futuro presidente del Consiglio il Torquemada contemporaneo, il Pm più severo di tutti, il castigamatti di tutti, il cavaliere oscuro della legge, cioè Piercamillo Davigo, quello che sostiene che gli innocenti sono soltanto tipi che l’hanno fatta franca, e il cui posto sarebbe in galera. Una bandiera, insomma. E che bandiera, manette mattina e sera. Rotto il ghiaccio con Davigo, si prosegue. Carlo Freccero, i cui meriti culturali sono largamente ignoti, ma che è ligure, amico di Grillo e con fama di intellettuale presso i grillini perché ha visto molti film e ha sfogliato molti libri (cose che loro non hanno mai fatto). Poi si scade un po’ sull’ovvio: Gino Strada (che però ha detto che chi non vaccina i figli è un cretino, come la mettiamo?) e Milena Gabanelli, regina anti-casta, brava autrice tv, ma poi? Insomma, di nuovo marketing e ancora marketing. Cosa diavolo dovrebbe fare, poi, questa accozzaglia di brave persone, nessuno lo sa.

Per ora alla Casaleggio & Associati sanno solo che sono nomi che “tirano”. E tanto basta per metterli alla testa del paese più difficile d’Europa, cioè dell’Italia. Fra un po’ scenderanno in pista Batman e Superman.