Berlusconi, la giustizia, la notte, la paura

di Mario Lenzi
Pubblicato il 14 Novembre 2009 - 17:59 OLTRE 6 MESI FA

Mario Lenzi

Berlusconi chiederà la fiducia , per incardinare la maggioranza sulla legge salva-premier, ma non ne ha bisogno. E’ vero che fra i suoi peone alla camera e al Senato circola la voce “Salviamoci, prima che sia troppo tardi”. E’ vero che i peone sono scossi dalle prese di posizione di Fini e di Casini ( “E’una porcheria”) o magari di Saviano o dall’indignazione di massa. Ma non oseranno mai schierarsi contro Berlusconi, perché se si ribellano li aspetta il crudele destino dell’ anominato, in impiegucci di terza categoria, ammesso che qualcuno glieli offra.

 

I capi, invece, non sembrano scossi dalla indignazione, sono ancora stretti intorno al loro grande leader. Per esempio il Bondi, che ha teneramente scoperto in Lui il primo amore, o il Quagliarello nuova versione (indimenticabili le sue lotte per l’ aborto e per la biocard), o l’immodificabile Gasparri, che ha ritrovato finalmente il Duce ( Petacci inclusa), o l’astuto Cicchitto, che certamente ha predisposto le misure di sicurezza per la fuga ma sa benissimo che sarà perdonato, anzi accolto, dai suoi ex compagni.

 

Il fascino di Berlusconi ormai è scomparso. Resiste qua e là, in quel quaranta per cento della popolazione che non sa assolutamente nulla di quanto succede, non legge, non discute, non parteggia, è solo sopraffatta dalle emozionanti storie di sesso, soldi, sport e droga propinate dai vari canali Tv, con uomini inadeguati, fragili e narcisi come li vuole la pubblicità, e di tutto il resto è ignara. Berlusconi gli piace perché è come loro, un uomo qualunque, prima maschiaccio e ora impaurito. Eppure non è difficile capirlo. Non occorre leggersi il testo della legge salva-premier . Basterebbe guardare i piccoli particolari che si porta cuciti addosso.

 

Lo scrittore Ernest M. Hemingway espresse in “Europe’s prize bluffer “, negli anni Trenta, un giudizio fulminante su Mussolini quando molti politici e storici dell’epoca ne elogiavano le capacità di statista : ” C’è qualcosa che non va in un uomo che porta le ghette bianche con una camicia nera”. Quelle ghette bianche, quella camicia nera erano inquietanti presagi delle disgrazie a venire. Così, per esempio, la vera natura di Berlusconi è individuabile non tanto dai suoi discutibili atti quanto dai capelli trapiantati, dallo sguardo di pesce morto, dagli zigomi con la pelle tirata come un tamburo.

 

Può indurre a una certa tristezza l’ uomo che non è capace di invecchiare , che non si rassegna, che non lascia perdere. Si sa che la cosa peggiore che si possa fare , quando si invecchia , è restare giovani. Certamente saper invecchiare è l’arte più difficile della vita. Ma Berlusconi vuole restare giovane a tutti i costi. E’ perfino contrariato dal fatto che il quotidiano tedesco Bild, nel fare la classifica dei leader più sexi del mondo, non l’abbia neppure citato. E’ perfino disposto a pagare qualcuno perché gli dica quanto è giovane e bello, cosa che puntualmente avviene.

 

Non si può più odiare un uomo così. C’è solo da aiutarlo. Ci potrebbe essere perfino qualcosa di ammirevole nella tenacia con la quale costui si aggrappa alla vita, ma anche in questo vale la regola della misura. La sua eccedenza è veramente disdicevole.Tutti gli animali destinati ad essere prede ( per esempio i conigli, ma Berlusconi dovrebbe ricordarsi che anche i predatori invecchiando diventano prede) ) sono animali notturni e dormono solo durante il giorno, perché nelle ore della luce si sentono meno esposti e più sicuri. Quando è giorno, si nascondono a sonnecchiare in posti adatti a controllare il territorio: un bivio, una sopraelevazione , un punto con vista, possibilmente sotto un riparo che li protegga da un eventuale attacco dall’alto.

 

Anche gli uomini sono nati come preda di altri animali più forti e perciò preferivano dormire di giorno e vigilare durante la notte. Ma a mano a mano che si sviluppava la loro coscienza di gruppo, scoprirono i vantaggi del giorno per cacciare e lavorare. E ora la maggior parte di loro, se si escludono alcune categorie, per altro obbligate dalle esigenze della vita associata, sono animali diurni. Non sono più uomini delle caverne. Per loro, quando scende la notte, è naturale andarsene a dormire.

 

Berlusconi invece non dorme. La luce alla sua finestra resta sempre accesa, come una volta quella di piazza Venezia. Lui stesso ha confidato che lavora 18 ore al giorno e che ne dorme solo 4. Le altre 2 che non cita, sono evidentemente riservate ai pasti e allo sciupo. Tempi troppo rapidi e brevi.