Berlusconi sterminatore M5s stende Salvini, Meloni e…Raggi

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 29 Aprile 2016 - 12:30 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi sterminatore di 5 Stelle: zampata stendi Raggi

Berlusconi sterminatore M5s stende Salvini, Meloni e…Raggi (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Giuseppe Turani ha scritto anche per Uomini & Business questo articolo con il titolo “Berlusconi sterminatore di 5 Stelle“:

Mi rendo perfettamente conto di avere, grosso modo, un pubblico che pensa che Berlusconi sia semplicemente il male. Uno che ha rovinato l’Italia, prima con le sue televisioni, poi con la politica. I più generosi ritengono che sia, al massimo un vecchio rimbambito un po’ rifatto e con la mania delle ragazzine. E quindi dovrei starmene zitto e lasciar perdere.

Negli ultimi tempi, però, sono successe alcune cose che vanno segnalate perché indicano un ritorno sulla scena del vecchio leone che in tre mesi riuscì a fare un partito e a conquistare palazzo Chigi. Siamo davanti ai ruggiti di un uomo anziano, che molto ha sbagliato e che ancora di più stava per sbagliare. Ma il tentativo di ritornare un po’ protagonista va sottolineato. Anche perché segna una svolta nella piccola storia politica italiana. Molti amici non saranno d’accordo, ma proviamo lo stesso a spiegarci.

Tutti ricorderete la fotografia, e i tg, di Berlusconi su un palco a Roma con Salvini e la Meloni: ecco il nuovo centrodestra. Una roba da brividi. La Meloni è il nulla, forse da piccola ha letto qualche fotoromanzo. Salvini è ancora meno: è uno che andrebbe davvero (se non fosse pericoloso) con una ruspa a infastidire rom, migranti, gente di sinistra.

I due sono semplicemente una sorta di rigurgito dell’Italia peggiore. Una specie di digestione andata di traverso. Vedere Berlusconi (un vecchio amico, così siamo a posto, ho detto tutto) insieme a quei due dava una sensazione di straniamento: in questo paese, se la destra è questa, non c’è veramente più niente da fare. Renzi per i prossimi cento anni, e che il cielo ce lo conservi.

Ma poi il vecchio leone, forse a causa di uno scatto neuronico, ha avuto due buone idee. Per Milano ha trovato il candidato Parisi, che sarà anche uno di destra, ma che non è un analfabeta grillino o leghista. Persona più che dignitosa.

A Roma ha avuto l’idea di Bertolaso, persona chiacchierata, certo. Ma, ancora una volta, siamo fra gli umani, non fra i rigurgiti italiani o l’umanità borgatara che gira con il manganello sotto il giubbotto.

Con due mosse, cioè, ha ripresentato un centrodestra apprezzabile (dall’Italia moderata), proprio quando tutto sembrava andare a rotoli. L’unico neo, molto vistoso, era quella foto sul palco con la Meloni e Salvini.

A toglierlo dall’imbarazzo, però, è stato lo stesso Salvini. Il capo leghista, che di politica nulla capisce, si è subito risentito perché ha avvertito che Berlusconi, vecchio suonato secondo lui, si stava riprendendo la guida del centrodestra. Su Milano, città dove la Lega conta qualcosa, non si poteva fare niente: mai Salvini avrebbe potuto sognare uno come Parisi.

Allora è andato all’attacco su Roma, dove la Lega avrà l’1 per cento dei suffragi, cioè niente. La linea d’attacco era una sola: non deve passare il candidato di Berlusconi. Il futuro del centrodestra sono io e quindi dico io chi deve essere il candidato-sindaco: la mia amica Giorgia Meloni. Una comica vedere Salvini esibirsi in questo numero, uno che a Roma a malapena tollerano.

Ma Berlusconi tiene duro su Bertolaso. Con il risultato che Salvini si incazza sempre di più: se il capo è lui, perché il vecchio mister B. non lo rispetta e gli fa i dispetti?

E qui bisogna fare un po’ di analisi psicologica. Berlusconi avrà i suoi difetti, ma conosce gli uomini e le donne. E’ uno dei signori più ricchi d’Europa e è abituato a vedere gli altri un po’ dall’alto in basso. E quindi è assai probabile che consideri Salvini una specie di teppista e la Meloni una casalinga un po’ disperata e non di buone letture.

E quindi vederseli contro, e non ubbidienti, gli deve aver provocato un grandissimo giramento di scatole. Da qui l’ultima idea. Ritira la candidatura di Bertolaso e appoggia quella di Alfio Marchini. Con il risultato che i due si arrabbiano ancora di più e cominciano a scavarsi la fossa. Perché?

Non è difficile da capire. Con la candidatura Marchini il centrodestra si presenta a Roma con un volto accettabile, lontano mille miglia dalla teppaglia borgatara degli altri due. E’ un signore, di una famiglia di sinistra, assolutamente presentabile.

Ma questo è ancora il meno. E’ quasi certo che, alla fine, Marchini o Giachetti arriveranno al ballottaggio con la candidata dei 5 stelle, la Raggi.

E, se dovesse essere Giachetti lo sfidante, c’è qualche possibilità che parte degli elettori di Marchini, pur di non far  passare i 5 stelle, votino per il candidato del Pd. Sull’altro fronte, nel Pd già si stanno mobilitando in direzione analoga: se si va al ballottaggio Marchini-Raggi, si vota Marchini.

Questa situazione presenta due novità, anzi tre.

1- A questo punto la Raggi può già essere considerata perdente.

2- Berlusconi, alla fine, passerà per un eroe, cioè per quello che ha contribuito, con la sua mossa, a liquidare i 5 stelle (se non vincono a Roma, vanno in tilt).

3- Con una sola operazione mister B. ha rimesso in piedi un centrodestra lontano dalla Meloni e da Salvini, un  centrodestra presentabile e votabile dall’Italia moderata. Gli altri due, a questo punto, sono inchiodati al loro ruolo di rappresentanti dell’Italia peggiore. E non vinceranno mai più niente. Avranno contro non solo il centrosinistra, ma anche il centrodestra rappresentato da Berlusconi. E la politica italiana assume una nuova configurazione, più accettabile e più normale.

Il vecchio leone, a fine carriera, ha dato ancora una zampata.