Chissà che cosa penseranno i vecchi ultraottantenni come me dopo aver sentito (naturalmente in tv) le parole del professor Roberto Bernabei, geriatra del Policlinico Gemelli di Roma.
Riporto le parole del professor Roberto Bernabei, geriatra del Policlinico Gemelli di Roma, per chi non le avesse lette o ascoltate. “Per morire di coronavirus devi avere più di 80 anni e soffrire di almeno tre patologie”. Innanzitutto, un prologo: c’è qualcuno di noi vecchi che si rivolgerà a lui in caso di bisogno? La risposta la lascio ai miei coetanei.
Insomma, ci risiamo. Gli scienziati non si rompono il capo per cercare di trovare una soluzione alla pandemia. Ma vanno alla ricerca di un capro espiatorio. Chi se non i vecchi possono servire alla bisogna? Con onestà dobbiamo aggiungere che non tutti per fortuna la pensano come il luminare del Gemelli di Roma.
Però, Bernabei è stato preceduto da un antesignano, cioè da un uomo che è stato fulminato sulla via di Damasco prima di lui. Lo conosciamo tutti, è il governatore della Liguria, Giovanni Toti, un ex giornalista portato sulla via della politica da Silvio Berlusconi. Ricordate che cosa disse il presidente ligure qualche giorno prima dell’intervento del geriatra?
Sostenne che se i vecchi muoiono non ci dobbiamo disperare perché tanto ormai quei signori non sono più indispensabili alla società.
Fantastico. Secondo il professore e il presidente, noi in fondo che ci stiamo a fare in questo mondo? Non serviamo più. E nel caso ci ammalassimo di coronavirus (facciano gli scongiuri di rito) intaseremmo ancor più gli ospedali che sono strapieni e sull’orlo del collasso. Il governo, le forze politiche si sono fatte sorprendere dalla seconda ondata del virus? Pazienza. Se i vecchi ci aiuteranno si riuscirà a risolvere anche questo drammatico problema del Paese.
Suvvia, non scherziamo. In primo luogo la nostra speranza è che i due personaggi della medicina e della politica arrivino e superino l’età incriminata. Potranno convincersi che anche da vecchi la vita è bella. E se vogliamo continuare a vivere in questo mondo è perché è piacevole restarci.
Poi, una domanda: si sono chiesti, ad esempio, quale è stato il curriculum di questi signori prima di arrivare agli ottanta? Di tutti noi, nessuno escluso. Dall’operaio al professionista, dall’impiegato agli uomini (o le donne) più famosi. Okay, andiamo avanti.
La gioventù, oggigiorno, non è fortunata. Spesso e volentieri non riesce a trovare un posto di lavoro, si barcamena pur di sbarcare il lunario. A chi chiede aiuto se non ai genitori? Non solo economicamente, ma anche da un punto di vista logistico. Se hanno figli piccoli a casa a chi lasciarli se non ai nonni?
Se venissero a mancare sarebbe un bel guaio per loro. Poi, c’è da sottolineare l’esperienza che ha una persona che ha raggiunto gli….. anta. Di lavoro, di sacrifici, di lotta per non essere travolto dalle peripezie.
Un esempio emblematico è proprio dei nostri giorni e riguarda appunto i medici. Gli ospedali sono strapieni, nelle terapie intensive c’è bisogno di personale. I “poveri dottori” chiedono aiuto e a chi si rivolge il ministero della Salute? Guarda caso, ai medici in pensione. Forse qualcuno di questi al di là della soglia così poco importante ed inutile per la società.
Rimane a chi scrive un rammarico di carattere professionale. Come si fa a invitare in tv un luminare che professi tali idee? L’informazione deve essere attenta, si raccomanda. Bene, dobbiamo essere primi noi a seguire questo suggerimento.