Bersani sui Tetti di Roma e Montezemolo che sente le voci

di Carlo Luna
Pubblicato il 25 Novembre 2010 - 13:43 OLTRE 6 MESI FA

Bersani sale sul tetto della facoltà di Architettura

Se fosse ancora vivo, Ottorino Respighi dopo “I Pini di Roma” avrebbe sicuramente composto un poema sinfonico dedicato ai Tetti della Capitale, di questi tempi insolitamente affollati e canori. All’epica impresa di Pier Luigi Bersani che, stando all’entusiastica cronaca di Alessandra Arachi sul Corriere della Sera, “agguanta la scaletta appesa al muro, il sigaro strizzato fra le labbra” e poi si arrampica su una seconda scala, quella che porta direttamente al tetto della Facoltà di Architettura. E’ esattamente mezzogiorno e mezzo.

L’agile segretario del Pd batterà questa volta sul tempo il consocio Antonio Di Pietro, e si meriterà diverse foto in prima pagina: una bella fortuna che un fotografo per caso passasse proprio di lì. La commossa e devota cronista spiega che ad accogliere Bersani è stato Gianfranco Bocchinfuso: una coincidenza simbolica e straordinaria, visto che porta il nome di Fini e il cognome che sembra quello, andato a male, del primo dei fedelissimi del presidente della Camera. Deve essere un ragazzo prudente perché si lamenta per il freddo notturno ma rassicura che quella degli studenti “è una protesta a termine”. Insomma tra poco scenderanno.

Poi arriva il bello, perché Bocchinfuso lascia la ribalta ad un altro studente in lotta che riesce a far cantare Bersani. Il suo nome è Carlo Facchini. Si tratta delll’uomo giusto al posto giusto, visto che è un ricercatore di musica che indossa “una camicia rossa dalla fattura garibaldina” ed ha fondato un gruppo di nostalgici risorgimentali che si chiama Carboneria. Ha portato la chitarra sul tetto e “l’ha suonata prima di andare a dormire per fare calore”. Alla vista di Bersani intona “Addio mia bella addio”. Un perfido riferimento alle primarie e al fatto che il nostro arrampicatore protrebbe lasciare la segreteria del partito? La solerte cronista non lo chiarisce, anche perché il politico scalatore “inaspettatamente” si mette anche lui a cantare.

Dopo l’esibizione, Bersani scende fra gli applausi degli occupanti, con un forte vantaggio su Di Pietro che solo alle due e mezzo salirà inutilmente sul fatidico tetto. Finalmente una pagina amena nella scialba cronaca politica nazionale!

La scalata di Bersani ha avuto più audience di una seconda notizia di assoluto rilievo, sintetizzata nella storica frase pronunciata da Luca Cordero di Montezemolo ad un convegno sempre a Roma. Come Giovanna D’Arco, Luca adesso sente le “voci” che lo spingono ad osare. Con grande sprezzo del pericolo ha infatti dichiarato: “Sento il dovere di fare qualcosa per il nostro Paese”. Per alcuni ha già fatto abbastanza. Altri invece, chissà perché, sono decisamente preoccupati.