L’uovo di Napolitano e il “fallo di frustrazione” di Fini

di Carlo Luna
Pubblicato il 17 Novembre 2010 - 20:38 OLTRE 6 MESI FA

Wikipedia spiega che l’uovo di Colombo è “un aneddoto popolare diffuso come modo di dire in diverse lingue, per designare una soluzione insospettatamente semplice a un problema apparentemente impossibile”. Per la problematica situazione politica italiana è spuntato ieri l’uovo di Giorgio Napolitano, con la decisione di far svolgere contestualmente il 14 dicembre. le votazioni di fiducia alla Camera e al Senato. Questo conferma l’atteggiamento super partes del Capo dello Stato, se mai ce ne fosse stato bisogno, e la disponibilità di chi scrive a comprare da lui un’auto usata…

Napolitano ha rintuzzato le velleità di quanti, in entrambi gli schieramenti, volevano ottenere una sorta di corsia preferenziale, sapendo che fra Camera e Senato i numeri al momento non corrispondono, visto che a Montecitorio lo schieramento anti Berlusconi, con il decisivo sostegno di Fini, ha la maggioranza, mentre a Palazzo Madama prevalgono i sostenitori del Cavaliere.

I giorni che ci separano di qui al 14 dicembre saranno utilizzati per approvare la legge di stabilità – e questo è certamente positivo- ma soprattutto per la cosiddetta “campagna acquisti”. Berlusconi cercherà di sottrarre deputati a Fini, Fini senatori a Berlusconi. Ogni schieramento, come da copione, denuncerà l’altro per questa “indegna pratica”, ma c’è da scommettere che entrambi la utilizzeranno. Bisognerà vedere chi avrà più elementi di persuasione. Più o meno decenti.

La battaglia potrà concludersi con due vittorie di segno opposto o con una mezza sconfitta ciascuno. Se il fronte antiberlusconiano vincerà alla Camera ed al Senato e magari, visto che è prevista per il 14 dicembre, la Corte Costituzionale bocciasse il “legittimo impedimento”, la fine politica del Cavaliere sarebbe certificata, con scarse o nulle possibilità di ritorno alla ribalta. Si aprirebbe la strada ad un governo di transizione che modificherebbe la legge elettorale nel modo più conveniente per le attuali opposizioni. Non un governo tranquillo, in verità, perché non è facile mettere insieme Bersani, Di Pietro, Vendola, Casini, Rutelli e Fini. Già la scelta del premier si rivelerebbe ardua. Comunque l’esultanza per la cacciata del Cavaliere finirebbe, almeno in una prima fase, per fare da “collante”.

Nel caso opposto il vero, grande sconfitto sarebbe anzitutto Gianfranco Fini che, per restare a galla, dovrebbe incollarsi ad una poltrona di presidente della Camera sempre più tentennante. Inoltre l’attuale crisi interna del Pd, rilanciata dopo quanto accaduto a Milano, esploderebbe con maggior fragore, mentre le chanches di “terzo polo” fra Casini, Rutelli e Fini si ridurrebbero al lumicino.

Poi ci sono le due mezze sconfitte: Fini vince alla Camera e Berlusconi al Senato. La soluzione più corretta sarebbero le elezioni anticipate per i due rami del Parlamento. Si riaffaccerà in quel caso con forza il problema della modifica della legge elettorale: ognuno vorrebbe ritagliarla secondo la propria convenienza e questo complicherà non poco le cose.

In vista dell’ormai fatidico 14 dicembre, gli uffici di presidenza di Camera e Senato concorderanno le procedure affinché l’esito delle votazioni di fiducia sia contemporaneo. Questa necessità ricorda la lotta per la retrocessione in serie B nell’ultima giornata di campionato, quando gli arbitri sono chiamati a fischiare l’inizio dei due tempi delle partite nello stesso momento.

Il riferimento calcistico presenta anche altri spunti di riflessione, visto che il sistema politico italiano è finito da un pezzo in serie B. Inoltre, la feroce spaccatura nella maggioranza che ha vinto le ultime elezioni politiche, regionali e amministrative, caparbiamente perseguita da Fini, non sembra avere una motivazione politica convincente, anche a giudicare all’elenchino di “valori della destra” letto in TV. Sembra dovuta piuttosto ad un “fallo di frustrazione”, quello che un calciatore commette dopo essere stato dribblato più volte da un avversario più bravo.