Il Travaglio di Marco sul caso Diciotti e il voto dei grillini

di Carlo Luna
Pubblicato il 18 Febbraio 2019 - 06:22 OLTRE 6 MESI FA
Il Travaglio di Marco sul caso Salvini Diciotti e il voto dei grillini

Il Travaglio di Marco sul caso Diciotti e il voto dei grillini (nella foto Ansa, Marco Travaglio)

ROMA – Marco Travaglio è in crisi e ci permette di giocare nel titolo con il suo impegnativo cognome. Lo scoperto tentativo di Conte e Di Maio, con l’aggiunta del popolare e inestimabile gaffeur Toninelli, di evitare l’autorizzazione a procedere per Salvini, contrasta con la sua innata vocazione forcaiola che lo costringe a dare sempre ragione a qualsiasi magistrato (tranne quello che lo ha condannato a risarcire con 50.000 euro papà Renzi…).

In un accorato editoriale descrive le rosee conseguenze del Sì da parte dei 5 Stelle e quelle drammatiche del No. La base del partito grillino votando Sì, impartisce “una lezione ai tremolanti vertici”, che “ripetono da dieci anni: tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge”. Se prevalesse il Sì i big dovrebbero scusarsi “per aver dimenticato il valore fondativo “ e per avere “pilatescamente scaricato sul web una scelta che sarebbe spettata a loro”. Salvini “andrebbe a processo come è giusto che sia”. In questo modo i pentastellati riuscirebbero a ritrovare “le ragioni profonde del loro esistere: le battaglie per l’uguaglianza, la legalità, l’onestà e contro ogni privilegio di casta”.

Poi lo scritto assume toni epici quando indica i nemici dei 5 Stelle, che “sono i ladri, i corrotti, gli evasori, i violatori di diritti, i poteri forti, gli scialacquatori di denaro pubblico”. Come portavoce grillino, Travaglio non ha rivali! La seconda parte del lamento travagliesco svela le funeste conseguenze della vittoria del No. La prima è che il PD, unico a votare contro Salvini “risorge e fa la morale ai 5 Stelle sventolando la bandiera della legalità”, Dario Fo e Gianroberto Casaleggio si rivolterebbero “nelle rispettive tombe”, con Salvini che “brinda allo scampato pericolo” e “fa il gesto dell’ombrello ai giudici”. Diventerebbe lui “il padrone del governo, della Costituzione delle leggi, della magistratura e dell’Italia intera”. Una vera catastrofe!

Mentre Marco si lamenta, cresce l’attesa per l’esito della votazione on line da parte dei militanti 5 Stelle che useranno la misteriosa piattaforma Rousseau per esprimersi. Casaleggio junior fa circolare il suo timore di un’incursione degli hacker per stravolgere l’esito della consultazione. Sembra la classica “excusatio non petita” che consentirebbe a Di Maio di ignorare la volontà della base del partito.