Carta di identità, cosa cambia dopo la sentenza di Roma, scontro vivace fra padre-madre e genitore 1 e 2

Carta di identità, cosa cambia dopo la sentenza di Roma, dopo la grande crisi, lo scontro è ripreso fra i sostenitori di padre madre e genitore 1 e 2

di Bruno Tucci
Pubblicato il 18 Novembre 2022 - 13:25 OLTRE 6 MESI FA
Carta di identià, cosa cambia dopo la sentenza di Roma, dopo la grandde crisi, lo scontro è ripreso fra i sostenitori di padre madre e genitore 1 e 2

Carta di identià, cosa cambia dopo la sentenza di Roma, dopo la grandde crisi, lo scontro è ripreso fra i sostenitori di padre madre e genitore 1 e 2

Sulla carta di identità di coloro i quali hanno superato gli “anta”si trova scritta la dicitura dei genitori, padre e madre. Vuol dire non essere alla pari con la conquista dei diritti civili?

Già, perché una recentissima sentenza del tribunale di Roma ha sancito che è più logico annotare su quel documento “genitori 1 e 2”. Perchè? La società cambia, certe barriere sono state superate e anche la distinzione dei sessi in un matrimonio o in una convivenza debbono essere cancellate. Per dirla in breve non bisognerà più distinguere tra padre e madre, ma più genericamente che i genitori sono due senza altra discussione.

E’ chiaro ed è naturale che quanto hanno sancito quei giudici romani ha provocato e provocherà divisioni all’infinito. Diciamo subito che una legge ad hoc non è stata ancora promulgata però da tempo a Montecitorio e a Palazzo Madama il problema si dibatte animatamente.

In questi ultimi mesi, la frattura fra i due “schieramenti” si era un po’ affievolita vista la grave situazione non solo italiana, ma europea e mondiale. La crisi energetica, l’inflazione, la guerra in Ucraina avevano affievolito lo “scontro”. Adesso questa sentenza del tribunale di Roma ha riaperto la discussione alzando i toni sia da parte di coloro che sono favorevoli, sia da parte dei contrari. Se volessimo semplificare il diverbio, potremmo dire che la sinistra progressista è per il si, mentre i conservatori della destra sono drasticamente per il no.

Sarebbe assai superficiale soffermarsi su quanto si dice in Parlamento. Su una questione così delicata l’opinione pubblica non si distrae e vuol far parte della divisione in modo inconfutabile. Ecco perché il problema non sarà risolto in breve tempo.

Ne dovranno discutere onorevoli e senatori, ma mai come questa volta bisognerà stare attenti alle prese di posizione perché i cittadini vogliono esprimersi e dire la loro senza la paura di schierarsi con il si o con il no. Questo “frazionamento” (ci si passi il termine) è già evidente se si sfogliano i quotidiani degli ultimi giorni.

Ad esempio, sulla Stampa di Torino interviene a gamba tesa la scrittrice Michela Murgia che con una lettera rivolta al vice premier Matteo Salvini sostiene come non sia da spaventarsi se un bambino o una bambina hanno come genitori due padri o due madri. Sostiene questa tesi con forza (probabilmente riferendosi anche ad un esempio personale) e insieme con lei sui social gli interventi sono stati parecchi e molto chiari senza il minimo dubbio. Sono traguardi – si dice – che la società di oggi ha raggiunto e non intende tornare indietro di anni, quando un semplice riferimento ad una tesi del genere faceva inorridire.

Ma non si deve pensare che chi la pensa in modo diverso sia stato zitto e non abbia fatto sentire la sua voce. Primo fra tutti il leader della Lega Matteo Salvini che trascina con sè tutto il suo partito. Lo psichiatra Tonino Cantelmi è ancora più esplicito e spiega: “L’annullamento o l’appiatimento delle differenze non è un guadagno, ma una perdita”.

A favore dello status quo diversi genitori, soprattutto di sesso maschile. “Il nostro ragionamento, non fa una piega. Prendiamo ad esempio – sostengono – un qualsiasi giorno all’uscita di una scolaresca. Ci saranno padri e madri e qualche fanciullo cresciuto da due maschi o da due femmine vivrà certamente con un complesso specialmente se i suoi compagni di classe gli faranno o le faranno  notare questa differenza”.

Come si vede anche con il riscontro dell’opinione pubblica il tema non è soltanto delicato, ma anche difficile da interpretare. Insomma, quando il problema arriverà in aula a Montecitorio o a Palazzo Madama non mancheranno le scintille delle due fazioni. L’importante sarà che non si trascenda perché è facile in una materia del genere oltrepassare certi limiti di decenza.