Cesare Lanza blog: “Travaglio ha ragione, Balotelli fa razzismo alla rovescia”

di Cesare Lanza
Pubblicato il 26 Giugno 2014 - 23:29 OLTRE 6 MESI FA
Cesare Lanza blog: "Travaglio ha ragione, Balotelli fa razzismo alla rovescia"

Mario Balotelli (Foto Ansa)

ROMA  –  “Marco Travaglio ha ragione sul percorso della nazionale italiana di calcio. Mario Balotelli, invece, fa razzismo alla rovescia”. A scriverlo è Cesare Lanza in un articolo pubblicato sul suo blog in cui commenta quanto scritto dal giornalista Travaglio e le dichiarazioni del giocatore Balotelli:

“Pensatela come volete, ma Marco Travaglio, l’inesorabile, non ne lascia passare una. E sul “Fatto” di oggi, mette in fila tutte le sciocchezze dette e scritte da giornalisti, giocatori, dirigenti, politici e personaggi istituzionali (in primis, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) sul percorso farsesco della nostra Nazionale nel campionato del mondo. La battuta di Mazzocchi, che sembra uscito – lui – da un filmaccio della moderna commedia all’italiana, non è il punto più basso: basti dire questo, per dare un’idea del repertorio.

Voglio bene a Mazzocchi: di più, l’ho tenuto in braccio. Giocavamo a poker qualche volta a casa sua, quand’era in fasce, finché una notte la mamma di Marco, infastidita dalle urla del mitico, grande e irascibile Giorgio Tosatti, non ci cacciò fuori. Uscì dalla camera da letto in camicia da notte, col pupo piangente in braccio e ci intimò di andarcene. Imperturbabili, abbandonammo quel salotto pieno di fumo, raccogliemmo le nostre cose e proseguimmo la partita, fino all’alba, a casa di un altro pokerista – che oggi non nomino perché da poco inaspettatamente ho scoperto che mi vuole male, e ci azzecca, non voglio coinvolgervi. Eravamo negli anni Sessanta.

Il papà di Marco, Giacomo, era un esemplare giocatore di rugby, appassionato dello sport più leale del mondo, giornalista ineccepibile, era e resta un uomo vero, un amico perfetto purtroppo perduto per strada. A poker, una frana: per ingenuità e limpidezza d’animo; forse anche per questo sua moglie era esasperata.

Leggete Travaglio: vien da ridere, perché piangere sarebbe troppo, di fronte al campionario di puttanate che dipingono in un affresco neorealista la nostra italianità: retorica, enfasi, entusiasmo agli eccessi; poi rabbia, delusione, scoramento, accuse, dietrologia in quantità industriale.

Nel giro di pochi giorni, da predestinati alla finale (quanto meno, vedi dichiarazioni di Pirlo) al disastro, al caso nazionale (vedi prima pagina di ieri del Corriere). Le mezze misure, come le mezze stagioni, non esistono più. Tra gli eccessi, si inserisce anche la “sparata” di Balotelli contro l’universo italiano: saremmo razzisti, forse per questo lo abbiamo criticato, lui si sente italiano, ma forse è africano: gli africani mai avrebbero questa mancanza di solidarietà verso chi ha commesso qualche errore… Ma per favore! Non facciamo razzismo alla rovescia.

Lei è un nero simpatico, almeno a me, con le sue bizzarrie e i comportamenti, gli amori e le stupidaggini, fuori dal campo. In campo, dobbiamo rassegnarci: lei è un mezzo giocatore, un energumeno nel fisico, ma un abatino (Brera docet), capriccioso nel temperamento. Ha qualche buon colpo. Ma è totalmente inaffidabile. Meglio un giocatore meno talentuoso, ma di rendimento sicuro, al suo posto (così spero).

Non ce l’abbiamo con lei perché la pelle è di colore diverso, ma perché nel calcio è una figurina, come hanno detto De Rossi e Buffon probabilmente pensando a lei, e invece avremmo avuto bisogno di gagliardi combattenti: non siamo risentiti per gli errori, ma perché lei ancora una volta non si è battuto, estraneo alla partita e alla squadra, facendosi notare solo per stravaganti comportamenti a rischio di espulsione – e perciò perfino Prandelli, il suo massimo sostenitore, ha sentito il bisogno di lasciarla negli spogliatoi.

Lei ha osato dire a Marocchi, ch’è stato un calciatore capace di battersi con determinazione e intelligenza, che non capisce niente di calcio. Invece è lei, Balotelli, che non capisce cosa sia il calcio e forse anche la vita, non a caso tanti allenatori, molto diversi l’uno dall’altro, hanno preferito lasciarla fuori squadra e poi disfarsi delle sue prestazioni. Non ci accusi di razzismo, non ce lo meritiamo: ci lasci la consolazione di pensare che con Pepito Rossi o Destro o Toni o Gilardino al suo posto, forse ce l’avremmo fatta. Siamo stati molto generosi con lei, superMario o minorMario secondo gli umori, e tuttora lo siamo. Ricordi: il Milan la cederebbe volentieri, ma purtroppo per Barbara e Galliani non si vedono acquirenti”.