Chiarezza e luce su Adil morto di picchetto, ucciso sul piazzale. Proprio sicuri di volerle?

di Riccardo Galli
Pubblicato il 21 Giugno 2021 - 10:18 OLTRE 6 MESI FA
Chiarezza e luce su Adil morto di picchetto, ucciso sul piazzale. Proprio sicuri di volerle?

Chiarezza e luce su Adil morto di picchetto, ucciso sul piazzale. Proprio sicuri di volerle? (Foto Ansa)

Chiarezza e luce, proprio queste due parole: Draghi ha detto e chiesto: “Si faccia chiarezza sull’accaduto”. E “piena luce” è stata invocata e promessa da politici, giornali, tv, sindacati, inquirenti. Chiarezza e luce da fare sulla morte di Adil, 37 anni, sindacalista di SiCobas, una vita di fatica, di faticata integrazione in Italia (origini marocchine) e di militanza.

Adil è morto di picchetto, picchetto ad impedire l’uscita dei camion e Tir dai magazzini. E’ morto ucciso sul piazzale, calpestato a morte dalle ruote di un Tir guidato da un ragazzo di 25 anni che voleva uscire e ha sentito quelli del picchetto come nemici del suo lavoro.

Quanto sia stata manovra azzardata e rischiosa dall’esito involontariamente fatale e quanto sia stata deliberata scelta di travolgere lo diranno le indagini e gli inquirenti. Ma non sono solo e soprattutto queste la chiarezza e luce che il dramma di Adil imporrebbero di fare.

Cooperative caporali e picchetti violenza

A far luce e chiarezza davvero si vedrebbero cose che son tanto vere ed evidenti quanto, come dire, politicamente e socialmente scorrette da illuminare. Primo: le cooperative che raccolgono e vendono forza lavoro al settore della logistica. Cooperative che si fregiano di questo titolo ma che in realtà nella gran parte dei casi svolgono la funzione dei caporali.

Raccolgono e rastrellano soprattutto se non esclusivamente immigrati, anche irregolari, disposti a lavorare sotto pagati, molto sotto pagati, fino a 700 euro al mese. Paga erosa e tagliata fino a diventare di pura sopravvivenza in modo che tutti i passaggi della catena di approvvigionamento di mano d’opera ne ricavino un pedaggio, un pizzo.

Insomma l’equivalente dei caporali che vanno a prendere gli immigrati in strada, li caricano suo camioncini e li portano nei campi. L’equivalente, solo nella variante piazzale della logistica invece che campo di pomodori. Non solo poca paga, anche accettazione forzata di lunghi turni di lavoro e ovviamente massima precarietà di quel lavoro. Cooperative caporali e aziende che durano un solo appalto. Prendono l’appalto al massimo ribasso possibile (lo sosterranno con i bassi costi del lavoro semi schiavile) e poi con regolarità eludono ogni forma di controllo sparendo come aziende dopo l’appalto stesso.

Poi ricominciano. A far luce e chiarezza si vedrebbe che il mercato del lavoro intorno alla logistica è logisticamente gestito con illegalità diffusa e imperante e con organizzata predazione del lavoro. Luce e chiarezza? Su molte cooperative e aziende da chiudere se non addirittura perseguire?

Facchini contro autisti?

Qualcuno, più d’uno, ha provato a metterla così: facchini contro autisti. Ma così non è. E non è neanche guerra tra poveri. E’ che il rancido e violento mercato delle braccia gestito dalle cooperative caporali genera una pratica della violenza, quella dei picchetti davanti ai piazzali. Cobas ne hanno fatto una strategia. E anche una ideologia. L’azione sindacale consiste nell’impedire a lavoratore di altra azienda di far funzionare filiera della logistica.

E’ una scelta che contiene elementi di luddismo (sfascio la catena di produzione) ed è indissolubilmente connessa alla forza, alla forza violenta con cui si impone il blocco. Fare chiarezza e luce porterebbe a vedere, ben illuminato, ciò che si preferisce tenere in ombra: sui piazzali della logistica non si organizzano delle semplici e doverose proteste e lotte sindacali, si organizzano dei blocchi violenti.

Davvero sicuri di voler illuminare?

Illuminare appieno un mercato della braccia pieno di illegalità, gestito da cooperative caporali e aziende fantasma che trattano la manodopera soprattutto straniera come semi schiavi? Italianissime cooperative e aziende? Illuminare in pieno la violenza organizzata dei picchetti? Illuminare (c’è anche questo) contrasti tra clan e clan di italiche aziende e linee di frattura tra diverse etnie degli sfruttati?

Non conviene davvero al governo, ai partiti, alle grandi imprese del settore della logistica (queste pagano e rispettano contratti, solo appaltano…), ai sindacati. Non conviene neanche ai Cobas. E per giornali e tv un film dove i “buoni” non ci sono e la “soluzione” non c’è è cosa troppo complicata. Per cui chiarezza e luce? Fino in fondo anche no.