Conte: quanto durerà? Non c’è pace per il governo di Giuseppe Conte. Ogni giorno, per il premier gatte da pelare in quantità industriale.
Conte ogni giorno, si sveglia, prende un caffè e poi comincia la sua avventura quotidiana. Il grande problema è “l’alleanza di necessità” nata dal patto tra Pd e 5Stelle. Cioè? Quando le due forze politiche decisero di mettersi insieme per inventare un nuovo esecutivo, non c’era una sola idea che li unisse. Niente.
Il buio assoluto, tanto è vero che fino a qualche settimana prima se ne dicevano di cotte e di crude. Ecco dunque il perché della “necessità” di trovare un minimo comune multiplo per conquistare Palazzo Chigi. L’esperimento riuscì con l’avallo del Quirinale che non voleva assolutamente sentir parlare di un’altra consultazione.
O, in seconda analisi, affidare l’incarico ad un esponente del centro destra che aveva in Parlamento una concreta maggioranza.
Come tutti i difficili esperimenti, dopo pochi mesi, questa alleanza si va svuotando. E dal lunedì al sabato l’interrogativo è uno e soltanto uno. Riuscirà Conte a resistere e, se si, fino a quando? Il leader del Pd perde la pazienza e non capisce perché non si riesca a trovare un accordo nemmeno sulle candidature per le regionali.
Divisioni e unità di destra e sinistra
Tanto più che la destra ha recuperato la quadra e le divisioni dei tre esponenti della minoranza sono finite. Allora il segretario dei Dem sbotta e tuona contro i 5Stelle: “Siamo al governo insieme, eppure non ci mettiamo d’accordo su chi presentare a settembre per combattere i nostri avversari. Com’è possibile?”
Conclude con una battuta tranchant “Se non troviamo una intesa, il governo è a rischio”. Quali sono i “nodi sfilacciati” di questa coalizione? Tanti. Sarebbe troppo lungo elencarli, perché non solo fra Pd e 5Selle si discute e si polemizza, ma nella stessa maggioranza le voci non hanno una sintonia comune.
Matteo Renzi è chiaro al proposito: “Questo non è il mio governo”, commenta. Ed il ministro Speranza aggiunge: “Basta con i giochi di Palazzo. Se vogliamo andare avanti, dobbiamo comportarci diversamente”. Ma l’alleanza fra Zingaretti e Crimi (se è lui il leader) scricchiola pure su un tema di primissima importanza. Quella della elezione del Capo dello Stato quando nel 2022 dovrà essere scelto il candidato che dovrà succedere a Sergio Mattarella.
Sognando Mario Draghi
C’è chi sogna Mario Draghi, però questo è un nome che non piace alle due forze della maggioranza. E allora comincia il braccio di ferro che non ha ancora trovato una soluzione. Qualcuno parla di Mario Monti, ma la sua esperienza come presidente del Consiglio e “inventore” del suo partito “Scelta civica” non giova a suo favore.
Zingaretti, allora, prova a fare il Forlani di un tempo, il quale cercava in tutte le maniere di non far litigare democristiani e socialisti. Così, cerca di imitarlo il segretario dei Dem che getta acqua sul fuoco delle polemiche fra il suo partito e gli esponenti più rappresentativi dei Grillini.
Tanto per non farsi mancare nulla, esplode anche il caso scuola che vede nell’occhio del ciclone il ministro Lucia Azzolina. Lei ha messo mesi per risolvere gli scottanti problemi dell’istruzione. Quando ha presentato il programma si sono schierati contro tutti. Non solo molti dei suoi colleghi politici, ma gran parte dell’opinione pubblica che sente il problema come prioritario.
Presidi, professori, studenti, genitori mostrano il pollice verso e l’unico a difenderla è Giuseppe Conte, il quale comprende che questa è una buccia di banana su cui il suo governo potrebbe cadere. Titola stamane ironicamente un giornale dell’estrema sinistra: “Ecco a voi il mistero dell’istruzione”. Conte è avvisato: su questo tema che interessa milioni di famiglie italiane c’è poco da scherzare”.