De Rossi e Buffon, due stili diversi. La lezione del capitano giallorosso

di Filippo Limoncelli
Pubblicato il 3 Maggio 2018 - 10:59 OLTRE 6 MESI FA
de rossi buffon

De Rossi e Buffon, due stili diversi. La lezione del capitano giallorosso

ROMA – Daniele De Rossi ha dimostrato grande sportività nel commentare l’amara eliminazione della Roma dalla Champions League. La Roma, di cui è capitano, ha infatti sfiorato un’altra volta una impresa epica, battendo 4 a 2 il Liverpool, ed è stata penalizzata in modo evidente dall’arbitro Skomina che le ha negato due rigori evidenti.

Episodi decisivi nei 180 minuti dove i giallorossi sono stati penalizzati sia all’andata (il terzo gol del Liverpool nasce da un fuorigioco evidente di Salah) sia al ritorno, vedendo così sfumare il sogno di giocare la finalissima di Kiev contro il Real Madrid.

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Una semifinale decisa da un arbitro che si è dimostrato non all’altezza, come molti altri suoi colleghi in questa Champions, che però ha portato la Roma, e in primis Daniele De Rossi, a non recriminare, a reagire in maniera composta nel post partita. Cosa che a poche settimane di distanza dal quel dopo partita infuocato di Real-Juventus, fa sorridere.

La Juventus infatti, dopo aver rimontato lo 0-3 dell’andata, ha visto sfumare la possibilità di giocarsi l’accesso alle semifinali per un rigore concesso al Real Madrid nei secondi finali. Un rigore dubbio che ha fatto andare su tutte le furie la dirigenza bianconera e in particolar modo Gigi Buffon.

Il direttore di Real-Juve, l’inglese Oliver, fu accusato dal capitano bianconero di “insensibilità” e definito come “una persona senza emozioni”, con la ormai celebre espressione di un “bidone della spazzatura al posto del cuore“.

Daniele De Rossi invece, ha commentato gli episodi arbitrali in modo sobrio, e ha sopratutto rimarcato la grande prestazione dei suoi compagni di squadra.

“Sono orgoglioso di questo gruppo: nello spogliatoio ho ringraziato i miei compagni per quello che hanno fatto. . Questa sera ho visto un ambiente fantastico, abbiamo rivissuto quell’ambiente da romanismo autentico come l’ho vissuto nelle notti contro lo Slavia Praga o in altre partite che, seppure non vinte, mi sono rimaste nel cuore.  Noi torneremo qui per provare a vincere: la Roma deve abituarsi a giocare queste partite ogni tre anni e non ogni trent’anni”, ha rimarcato il numero 16 giallorosso.

Apprezzabili e condivisibili anche le dichiarazioni sul fallo di mano di Alexander-Arnold sul tiro di El Shaarawy. “Ho visto quella mano, chiaramente. Mi sono guardato intorno e ho detto forse ho visto male. Dzeko mi ha detto che forse non era rigore. Io me ne sono reso conto subito. Il secondo mi sembrava fuorigioco dal campo, e invece non lo era. Cosa pesa di più? Tutto. Pesa l’andata, non il discorso di non crederci. All’andata siamo andati in bambola. Oggi abbiamo preso due gol e siamo sempre rientrati. I rigori avrebbero cambiato l’inerzia, magari non saremmo passati lo stesso”.

De Rossi in un momento molto amaro, ha dimostrato sportività, una qualità che è mancata a Buffon, lasciatosi andare a insulti gratuiti verso un arbitro che secondo lui non doveva fischiare il rigore per il Real Madrid solo perché si era negli ultimi istanti di una partita dove la Juventus era riuscita nell’impresa di ribaltare un risultato che dopo i primi novanta minuti sembrava ormai compromesso.

Questione di stile.