Divorzio e separazione, i modi e i tempi con la nuova legge

di Simona Napolitani
Pubblicato il 16 Marzo 2016 - 06:30| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA
Divorzio e separazione, i modi e i tempi con la nuova legge

Divorzio e separazione, i modi e i tempi con la nuova legge: sempre minore tutela dei magistrati

Divorzio e separazione. I nuovi modi e i nuovi tempi. Una vera rivoluzione, direi proprio di si!

Ormai, in caso di accordo tra i coniugi separarsi o divorziare è più facile e più veloce.

Con la recente legge sulla “negoziazione assistita” marito e moglie possono raggiungere gli accordi e sottoscrivere la separazione od il divorzio negli studi dei loro avvocati, senza dover depositare il ricorso in Tribunale, attendere diversi mesi per la fissazione dell’udienza e senza dover comparire personalmente innanzi all’Autorità Giudiziaria.

Il procedimento è snello, in sintesi, dopo la negoziazione che può riguardare anche la regolamentazione dell’affidamento dei figli minori, gli avvocati depositano il ricorso presso gli uffici del Pubblico Ministero,  il quale – se ritiene validi gli accordi nell’interesse dei figli – presta la sua autorizzazione a che gli avvocati proseguano i loro adempimenti, ossia la comunicazione del ricorso agli Ufficiali di Stato Civile che annotano sul certificato, l’avvenuta separazione o l’intervenuto divorzio.

Questa legge risponde ad un processo di degiurisdizionalizzazione della famiglia, in base al quale viene data una maggiore autonomia ed un più ampio spazio alla volontà contrattuale delle parti: l’Autorità Giudiziaria ha sempre meno potere rispetto alla regolamentazione della vita della famiglia, una volta che marito e moglie hanno deciso di mutare il loro stato civile; negli anni passati, il Tribunale rappresentava una presenza importante nell’ambito delle decisioni da adottare in caso di separazione o divorzio ed, in presenza di figli minori, la verifica della bontà degli accordi veniva rimessa ai Tribunali competenti.

Oggi, grazie alla legge sulla negoziazione assistita, le parti possono liberamente disporre dell’organizzazione della loro vita futura, fatto ovviamente salvo il controllo del Pm, che sicuramente è meno invasivo rispetto a quello che rappresentava negli anni addietro la Autorità Giudiziaria. Insomma, oggi, in pochissimo tempo marito e moglie possono separarsi, anziché aspettare circa gli 8/9 mesi che occorrono per ottenere la separazione dal Tribunale.

Un bene o un male? Sicuramente un passo avanti, sono sempre stata favorevole ed ho sempre appoggiato l’importanza dell’autonomia contrattuale dei coniugi, i quali devono imparare a sentirsi padroni della loro vita e a fare scelte mature, rispetto ai figli, non delegando a terzi tale delicato compito. È importante restituire al marito e alla moglie, al padre e alla madre la consapevolezza di essere in grado di esercitare i loro compiti, i loro doveri, i loro diritti. Ovviamente, questa legge non deve però dare la sensazione che la separazione sia facile, a portata di mano e quindi si possano con superficialità e leggerezza adottare decisioni importanti che cambiano soprattutto la vita dei figli minori.

Come sempre c’è un ma… i coniugi devono farsi assistere dagli avvocati. La speranza è che, trattandosi di una materia così delicata, gli avvocati siano esperti nel diritto di famiglia ed aiutino sostanzialmente la coppia a separasi bene. In mancanza di una legge che disciplini le specializzazioni degli avvocati, si corre il rischio che i coniugi, con figli, non prendano sempre accordi buoni.

Poi c’è la legge sul divorzio breve, che ha molto accorciato i tempi per ottenere lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.

Oggi, i coniugi possono divorziare dopo sei mesi dalla data di separazione consensuale o dopo un anno dalla data di separazione giudiziale.

Una forma di civiltà consentire ai coniugi – che hanno orami definitivamente deciso di mettere fine al loro matrimonio – di poter tornare più presto liberi.