Elezioni 31 maggio, l’expo delle balle che fanno passare la voglia

Pubblicato il 22 Maggio 2015 - 16:39 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni 31 maggio, l'expo delle balle che fanno passare la voglia

Matteo Salvini contestato a Porto Recanati (foto Ansa)

ROMA – Il 31 di maggio si vota in sette Regioni e in un bel po’ di Comuni. Ma delle Regioni e dei Comuni a dire il vero in campagna elettorale non è fregato niente a nessuno. Si vota in sette Regioni e in un sacco di Comuni ma, a quanto ci hanno assicurato, promesso, garantito, svelato, denunciato, urlato quelli che ci chiedono il voto non per Regioni e Comuni si vota ma per un sacco di altre ovviamente importantissime, decisive, capitali cose e questioni.

Piccolo e veloce campionario della Expo delle balle elettorali.

Matteo Salvini, ogni sera in tv buon pro gli faccia, Matteo Salvini che Enrico Mentana da un po’ di giorni nel suo tg ha introdotto la rubrica “dove sta Salvini stasera in tv”, Matteo Salvini che ce lo invitano mica è lui che li obbliga, Matteo Salvini che ce lo invitano perché garantisce la copertura del ruolo in commedia per cui Sgarbi è perfetto ma anche Salvini può andare, Matteo Salvini dicevamo…Anzi dice che il 31 maggio si vota per rimandare i clandestini, gli extracomunitari, sì insomma i negri e i rom, per rimandarli a casa loro.

Berlusconi, quel che resta di Berlusconi, dice che si vota per porre fine alla dittatura di fatto, fatta di quattro colpi di Stato in Italia in pochi anni. E poi, dice Berlusconi, si vota per fare la grande alleanza dei moderati.

Beppe Grillo dice poco al riguardo, comunque M5S dice che si vota per dare o no 780 euro al mese ad ogni italiano che non ce li ha.

Stefano Fassina che sarebbe Pd, che del Pd era stato responsabile dell’economia, dice che non bisogna votare Pd. E con lui lo dice Susanna Camusso leader della Cgil. C’è svariata gente del Pd, della Cgil, di Sel e di altre organizzazioni varie della sinistra sociale dicono che si vota di fatto per buttare giù Renzi, buttarlo giù dal governo.

Renzi Matteo e il suo Pd, la gran maggioranza, dicono che si vota per non far morire in culla la ripresa economica del paese e perché, se va bene questo giro, non si vota più fino al 2018 e questo fa bene alla stabilità, cioè al portafoglio pubblico e privato.

I giornalisti, i giornali e le televisioni dicono che si vota per i numeri e il risultato: se fa sette a zero per il Pd, Renzi imperatore. Sei a uno per il Pd (tutte le Regioni tranne il Veneto) fa Renzi condottiero vincente e regnante. Se fa cinque a due, con Renzi che non vince in Campania oltre che in Veneto, fa Renzi che pareggia. Se fa cinque a due, con Renzi che non vince in Veneto e in Liguria, fa Renzi bastonato. Se fa quattro a tre, con Renzi che perde in Veneto, Liguria e Campania e vince in Puglia, Umbria, Toscana e Marche fa Renzi sconfitto e di brutto.Giocano di fino e di ovvio giornali e televisioni giocando coi numeri dei risultati. Ma sul cosa, perché e a che pro si vota giornali e tv si tengono lontani, mantengono al riguardo un dignitoso riserbo. Lo lasciano dire a Salvini, Grillo, Berlusconi, Renzi, Vendola, Fassina…

I quali raccontano tutti la loro balla. Balla senza limiti e pudori. Balla senza rapporto con la realtà. Balla che non regge un minuto appena uscita dalle rispettive labbra, al contatto con il mondo reale si squaglia.

Rimandare indietro immigrati e profughi, nero e rom c’entra un tubo con il voto del 31 maggio. E poi nessun governo può rimandare indietro nessuno se non c’è un paese che dice: sì, questo è mio, rimandalo. Neanche Cameron che oggi piace tanto a Salvini e che ha vinto elezioni politiche e non amministrative rimanda indietro nessuno.

Abbattere la dittatura di Renzi dopo aver prima votato le sue leggi di riforma e poi bocciato come dittatoriali le stesse leggi. E’ una balla la proposta politica di Berlusconi, una balla bucata. E che dire della luminosa proposta di mettere insieme Salvini e Alfano, la Meloni e l’euro, Casa Pound e i moderati, quelli veri? Balle, solo balle e neanche luccicanti.

Balla i 780 euro al mese per chi non ce li ha. Non si vota per questo e nessun voto amministrativo potrebbe mai portare a questo.

Balla ispida e urticante ma pur sempre balla quella della minoranza Pd e di tutti gli anti Renzi di sinistra pronti a perderle le elezioni pur di smontare il governo Renzi. Balla perché tutti loro potrebbero, forse, aver la forza per far crollare il “tempio” ma solo restandoci sotto anche loro. A non pochi di loro non dispiacerebbe neanche, non più di tanto. La bella morte politica per la nobile causa…già visto, già dato. Oltretutto è una balla usata e riciclata, usata e riciclata.

Balla che se il Pd di Renzi fa sei o sette governatori in altrettante Regioni il Pil se ne compiace e si allarga.

Balle. Si vota, si dovrebbe votare ma di fatto così non è, per giudicare o sanzionare i più potenti centri di spesa pubblica, appunto le Regioni. Si sarebbe dovuto votare per esprimere opinione e giudizio sul rapporto tassazione/servizi Regione per Regione. Si sarebbe dovuto votare sull’efficienza o meno delle Regioni in materia di sanità o trasporti. Si sarebbe dovuto votare per giudicare, premiare o punire le Regioni che partoriscono legioni di società partecipate. Evviva: fabbricano stipendi! Oppure maledizione: sprecano per clientela e tassano per sprecare. Si sarebbe dovuto votare sulla qualità, anche umana, dei governanti di ieri se si ripropongono o dei nuovi candidati.

Si sarebbe dovuto e invece così non è e ci raccontano balle su balle per spingerci al voto. Troppe balle e troppo balle su cui e per cui votare: non è un caso che facciano passare la voglia.