Elezioni, dove i meritevoli? Perché una persona di successo dovrebbe candidarsi?

di Cesare Lanza
Pubblicato il 31 Gennaio 2018 - 16:41 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni, dove i meritevoli? Perché una persona di successo dovrebbe candidarsi?

Cesare Lanza

ROMA – Oggettivamente, non vedo motivi validi per candidarsi alle elezioni. Lunedì si sono faticosamente definite le liste dei vari partiti, i giornali sono pieni di notizie e indiscrezioni. Sembra che, dovunque, ci siano state battaglie, patetiche e comiche, per ottenere la candidatura. Ma diciamoci la verità: quanti sono i nomi apprezzabili, o passabili, o appena decenti?

Pochissimi personaggi di valore. E perché? Vi esporrò brevemente un mio particolare punto di vista, sperando di non scandalizzarvi più di tanto. Perché un buon professionista, uomini e donne di successo, e meritevoli, dovrebbero desiderare di battersi per entrare a Montecitorio o al Senato?

I motivi di un razionale disinteresse sono numerosi. In primo luogo, il generale disprezzo che – impulsivamente e in evidente maggioranza – il Paese esprime verso la “classe politica”: la Casta, l’elite, Lor signori… Perché rischiare di diventare, senza colpa, un automatico bersaglio? Poi: nonostante i lauti compensi e gli infiniti privilegi, perché personaggi arrivati al successo con merito, sacrifici e sudore, dovrebbero rinunciare al loro status e ai loro redditi? Non c’è nessuna ragione, a meno che non si voglia entrare premeditatamente nel giro corruttivo di tangenti e mazzette. Ma qualsiasi persona per bene (e per fortuna ce ne sono ancora molte!) non ci penserebbe affatto.

E, poi, esistono speranze serie di riuscire a fare il proprio dovere nell’interesse della comunità, di ottenere incarichi di responsabilità, di sottrarsi ai giochi di potere oscuri e occulti, voluti da generali, marescialli e capi bastone? Certamente no.

Cosa resta? Più o meno, la fuffa. Ecco perché le liste (ma anche le file degli esclusi furenti) sono pieni di quacquaraqua: mediocri, ambiziosi, vanitosi, traffichini, cortigiani. In una parola? Inaffidabili.