Emanuela Orlandi: dubbi del Vaticano, tombe senza pace

di Pino Nicotri
Pubblicato il 8 Luglio 2019 - 07:01| Aggiornato il 11 Luglio 2019 OLTRE 6 MESI FA
Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi: dubbi del Vaticano, tombe senza pace

“Il giorno 11 nelle due tombe non troveranno assolutamente nulla che possa fare pensare neppure lontanamente al mistero Orlandi. Ma loro anziché riconoscere che hanno preso un’altra cantonata, ormai non se ne contano più, hanno già pronto il piano B”. 

Cioè?

“La strategia per insistere a fare baccano e ad accusare di ogni nefandezza il Vaticano, compresi gli ultimi tre pontefici. Ormai siamo all’isterismo collettivo, utile solo all’industria dello spettacolo”.

La mia fonte vaticana è piuttosto esplicita. Ne approfitto. Il piano B? E quale sarebbe?

“Diranno che i resti di Emanuela nel frattempo li abbiamo spostati noi”.

Mi scusi, ma perché lei ha questo sospetto?

“Più che un sospetto è una certezza”.

Cosa glielo fa pensare?

“Due cose. La prima è la grottesca dichiarazione di Pietro Orlandi dopo l’ovvio buco nell’acqua dei “resti di Emanuela” sotto la dependance del guardiano della Nunziatura Apostolica di via Po  a Roma. Dichiarazione strombazzata ai quattro venti: “Forse non è nemmeno un caso che la storia delle ossa venute alla luce nella Nunziatura Apostolica d’Italia sia uscita dopo che l’avvocato Sgrò aveva annunciato al Vaticano la nostra intenzione di presentare istanza scritta per la tomba al cimitero teutonico. Di fatto la storia della Nunziatura ha rallentato tutto su quell’altro fronte”. Evito i commenti. Dico solo che il Vaticano se vuole “rallentare” qualcosa non ha certo bisogno di questi miserabili trucchetti”.

Le frasi citate dalla mia fonte sono riportate per esempio qui.

E la seconda cosa alla base della sua certezza?

“Le elucubrazioni che sta propinando ai suoi fans su Facebook. Mi faccia però la cortesia di cercarle lei, perché io a ripeterle potrei alterarmi e lasciarmi andare magari a insulti, e non è il caso. Le cito a memoria solo l’ultima frase, che dice tutto ed è chiaramente la conferma del piano B: “Quindi il dubbio che lo stesso Vaticano si pone oggi non può esaurirsi se nelle tombe non vengono trovate tracce di Emanuela”. Come vede, il piano B c’è, il romanzone lo faranno continuare in ogni caso e sempre incolpando il Vaticano. Il dubbio di cui lui fantastica deriverebbe, a suo dire, dal fatto che apriamo due tombe anziché una sola”.

Ecco, a proposito: perché è stato deciso di aprire due tombe anziché solo quella indicata da Pietro Orlandi e dal suo legale?

 “Contrariamente a quanto lei ha scritto, non c’entrano gli eventuali sospetti su Marco Fassoni Accetti, comunque non cestinabili a cuor leggero. Lo abbiamo deciso perché la famosa lettera anonima parlava di cercare dove indicava la statua di angelo poggiata a un muro. E poiché le statue poggiate al muro nel cimitero teutonico sono due, tra loro vicine e ognuna con una tomba davanti, abbiamo scelto di aprirle entrambe per evitare la prevedibile richiesta successiva”.

Quale?

“La richiesta di aprire anche l’altra tomba per essere sicuri di non sbagliare. Insomma, abbiamo voluto evitare che questa storia del cimitero teutonico diventi un altro tormentone estivo con un secondo round. Se vogliono giocare a nascondino vadano a farlo da un’altra parte.

“Dopo la doppia apertura del giorno 11 non potranno certo chiedercene altre. Noi apriamo due tombe per fugare ogni possibile loro dubbio – dubbio loro, non nostro – ma insistono a dire che il dubbio lo abbiamo noi! Pietro Orlandi non sarà contento finché non diventa lui Segretario di Stato, capo della Gendarmeria e magari anche Papa. Oltre che Procuratore della Repubblica di Roma. Ad ogni modo il giorno 11 terremo gli occhi bene aperti e sarà il caso di riprendere tutto. Non vorrei che qualcuno avesse un eccesso di disinvoltura”.

Per esempio?

“Lasciamo stare”.

Lascio stare, ma credo di avere capito. Mi viene in mente che i legali della vedova quando ha finalmente ottenuto il permesso che controllassero il contenuto della bara di suo marito, Enrico De Pedis, sono stati sempre con gli occhi spalancati e controllavano ogni movimento dei presenti: per il timore che qualcuno vi infilasse o vi lasciasse cadere casualmente qualcosa riconducibile a Emanuela. Il mondo è pieno di mitomani e di gente pronta a tirare brutti scherzi.

Ma torniamo alle “elucubrazioni che sta propinando ai suoi fans su Facebook”, di cui parla la mia fonte. Esse sono sulla pagina Facebook petizione.emanuela:

“Soprattutto il Vaticano con l’apertura di queste tombe mette sul piatto della bilancia la possibilità di una responsabilità interna al Vaticano. Perché nell’eventualità che si trovino i resti di Emanuela all’interno di quelle tombe si aprirebbe un fascicolo per omicidio avvenuto all’interno delle mura vaticane e occultamento di cadavere. Una possibilità sempre negata fino ad oggi come le ultime dichiarazioni di qualche mese fa del cardinale Becciu: “Non abbiamo nulla da nascondere, tutto quello che era a nostra conoscenza è stato dato agli inquirenti italiani, è assurdo pensare che ci siano responsabilità interne quindi per noi il caso è chiuso”. Beh ora quelle dichiarazioni vengono smentite da questa indagine interna e conseguente apertura delle tombe. Quindi il dubbio che lo stesso Vaticano si pone oggi non può esaurirsi se nelle tombe non vengono trovate tracce di Emanuela”.

Non si capisce in base a quale logica il Vaticano avrebbe dovuto sospettare autonomamente e da tempo di quelle due tombe o di qualunque altro luogo, persona, ecc., eventualmente segnalati a Pietro Orlandi da altri anonimi. E’ quindi priva di basi, se non strumentali e surrettizie, la pretesa del piano B secondo la quale “il dubbio che lo stesso Vaticano si pone oggi non può esaurirsi se nelle tombe non vengono trovate tracce di Emanuela”. Fermo restando che il dubbio non è del Vaticano, ma di Orlandi-Sgrò.

In questo ennesimo tormentone partorito nel solito modo ci sono affermazioni sia di Pietro Orlandi che del suo avvocato alquanto fuori luogo. Il primo in un’intervista a Open dichiara: 

“Sai quante persone mi mandano mail e segnalazioni? Certo, ti rendi subito conto se ti trovi davanti a un mitomane o a una persona che ha qualcosa da dire”. 

E’ sorprendente come Pietro Orlandi non si renda conto del fatto che lui NON s’è mai reso conto che la dozzina di “supertestimoni” cha ha sempre rumorosamente avvalorato, correndo dalla Turchia all’Inghilterra e da sud a nord in Italia, si sono immancabilmente rivelati tutti o mitomani o persone che in realtà non avevano nulla da dire se non chiacchiere perse e fumo da vendere. 

Nel corso della stessa intervista Orlandi afferma:

“Hanno cominciato ad arrivarmi delle voci in merito a questa tomba e al fatto che c’era una persona che portava lì fiori per Emanuela. […]  Secondo me è un luogo importante, nella storia di mia sorella. Non so dirti come, ma lo è. Non si può restare indifferenti: dobbiamo avere delle risposte, anche se poi dovesse rivelarsi un buco nell’acqua”.

Strabiliante! Il Vaticano, o un domani l’Italia o chissà cos’altro, deve assolutamente prendere sul serio e rincorrere i “secondo me” e  i “non so dirti come” di Pietro Orlandi perché lui deve “avere delle risposte”. Tradotto in Italiano: i mitomani e le persone che in realtà non hanno niente da dire se non panzane sparano altre fesserie e il Vaticano per accontentare Pietro Orlandi deve dare a queste fesserie delle risposte… Se in Italia o nel mondo si dovesse prendere sul serio i vari “secondo me” di ogni congiunto di persona scomparsa, alla magistratura e polizie non resterebbe neppure il tempo di occuparsi d’altro. 

Da notare inoltre che Pietro Orlandi parlando di UNA sola persona che “portava i fiori per Emanuela” smentisce il suo avvocato: Sgrò ha infatti sempre dichiarato di “diverse persone” che erano “solite portare dei fiori su quella tomba proprio per commemorare la giovane Orlandi”.

Per parte sua anche l’avvocato in una sua intervista dice cose sorprendenti. Eccone alcune:

1) – “Ci vuole coraggio a mettersi finalmente in discussione e pensare che davvero Emanuela possa essere sepolta in casa loro”.

Francamente, a pensare che Emanuela possa essere sepolta “in casa loro” finora sono solo lei, il suo cliente e i loro fan, non il Vaticano. Che apre le due tombe per fugare i LORO sospetti e NON i propri, che non ha. 

2) – “Una tomba che fu comunque aperta in passato, quindi sussiste anche un vilipendio di luogo di sepoltura”.

Ma come fa Sgrò a escludere che quella tomba sia stata aperta per motivi legittimi? Per esempio per il trasferimento del contenuto per volere degli eredi o per motivi di manutenzione, riparazione, prevenzione sanitaria, ecc. E tralasciamo che  le leggi del Vaticano anche in fatto di morti, tombe e affini non sono quelle dello Stato italiano.

 3) – “Quella tomba è stata aperta e richiusa”.

 Dovevano forse lasciarla aperta?